Lissy: il Sud Tirolo si tinge di giallo con Luca D'Andrea
Dopo il romanzo d’esordio, “La sostanza del male”, Luca D’Andrea ci riporta nel Sud Tirolo per mostrarci ancora una volta il suo aspetto più inquietante e feroce, con i suoi paesaggi e le sue tradizioni che, ben lungi dall’offrire una rassicurante immagine da cartolina, offrono un volto della regione trasfigurato dalle contraddizioni che attraversano e lacerano quelle terre.
La Rete di Protezione: ancora Camilleri, ancora Montalbano
"C'era una volta a Vigata": così potrebbe iniziare l'ultimo romanzo di Andrea Camilleri, "La Rete di Protezione", dedicato alle avventure del Commissario Montalbano. Infatti la location delle vicende narrate sembra provenire dal passato, dalla Vigata di cinquant'anni fa, quella ricostruita per far da sfondo a una fiction televisiva.
Montalbano, pur non convinto di tutto questo "teatro", si trova a dover fare buon viso a cattivo gioco: approfittando del fatto che che Vigata vive un'insolita calma e assenza di "ammazzatine" decide di andare a trovare Livia, la storica fidanzata di Boccadasse. Ma non si deve credere che tutto il libro ci parli di Montalbano in panciolle, anzi il nostro commissario si trova a fare i conti con ben due indagini: la prima viene dal passato e riguarda... Un muro!
Moussa Konaté "Il commissario Habib. Due gialli in Africa", Del Vecchio Editore, 2015, €9,90
Lo scrittore Moussa Konaté è stato definito da molti il “Simenon africano”. Benché sia piuttosto scettico verso questo tipo di paragoni e accostamenti, è evidente la somiglianza tra il famigerato Maigret e il suo collega maliano nato dalla penna di Konaté. Il commissario Habib si muove infatti goffo e meditabondo come la creatura di Simenon, procede per intuizioni e ragionamenti che seguono spesso strade oblique e impreviste, osserva con sguardo penetrante le passioni che muovono gli uomini e le donne che lo circondano, siano essi suoi subordinati, superiori, amici o criminali. E mescola così la ricerca del colpevole con la narrazione dei mondi sociali che hanno partorito il delitto.
In questo volume edito da Del Vecchio, vengono raccolti e riproposti due romanzi, “L’assassino di Banconi” e “L’onore dei Kéita”, già pubblicati dallo stesso editore. Nel primo, Habib indaga su una serie di omicidi avvenuti a Banconi, il quartiere più povero di Bamako: il lettore accompagna il commissario tra i banchi colorati del Grand Marché e nella penombra di baracche pericolanti, facendosi strada tra la folla di venditori ambulanti, bambini, ciclisti, animali e taxi-brousse. Un universo di poveri cristi che lottano per sopravvivere, potenti marabutti e alti papaveri dell’apparato statale ubriachi di impunità e violenza: qui la verità si apre la via senza spettacolari colpi di scena ma attraverso una lenta opera di deciframento dei comportamenti, dei tormenti e delle relazioni di potere che animano le strade assolate e brulicanti della capitale maliana.
Nel secondo romanzo, il ritrovamento del cadavere di un presunto stregone porta il commissario e il suo collaboratore Sosso lungo le rive del Niger, in un piccolo paese dove ancestrali e suggestive tradizioni tribali resistono violentemente alla modernizzazione e ai mutamenti sociali. Nel villaggio di Nagadij, l’onore della nobile famiglia Kéita è una divinità per cui molti sono pronti a immolarsi e contro la quale la ribellione conosce un prezzo molto, troppo alto. Anche in questo caso, passato, presente, realtà e magia si mescolano per portare l’indagine ben aldilà dei confini del romanzo poliziesco classico, nel cuore di quei codici e simboli delle culture dell’Africa che costituiscono, secondo l’autore, il vero mistero da svelare.
Certo, lo scenario in cui si dipanano le due storie è poco e male conosciuto. E i dialoghi non seguono il ritmo incalzante della tradizione hard boiled statunitense, ma sono fedeli alle forme e alla modalità comunicative di un mondo distante dai sobborghi californiani o dai locali notturni di New York. Ma la prosa di Konaté ci consente di esplorare un territorio meticcio, dove il piacere della lettura e la scoperta di nuovi significati si incontrano e si mescolano.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).