In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)
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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.
Il nostro paese è costellato da una galassia di luoghi abbandonati, figlia della speculazione assassina che ha coinvolto l’Italia nell’ultimo trentennio. Se ci volessimo divertire a giocare alla mappatura delle città che attraversiamo ogni giorno, scopriremmo senza neanche troppe lungaggini che il tanto decantato degrado e la sua nemesi, ovvero il decoro, sono elementi soggettivi delineanti e declinati sempre più da un ragionamento imposto dall’alto senza un reale coinvolgimento comune: risultato ultimo la cristallizzazione dei nostri centri storici, le retate e i provvedimenti antimovida (con risultati ben noti, come l’assalto poliziesco ai dehors in Santa Giulia a Torino) e dulcis in fundo il Decreto Minniti-Orlando, una legge che tra le altre cose dichiara guerra agli ultimi.
Capo Colonna. Storia di cementificazione, storia di lotte.
Pochi giorni fa (lo scorso 14 Febbraio ndr), dopo una incessante battaglia portata avanti, tra gli altri, dall’Associazione culturale Sette Soli, veniva sequestrata l’area di Contrada Scifo, sul litorale sud di Capo Colonna (KR), una vicenda incresciosa che ha portato allo sviluppo di un filone investigativo che vede coinvolti tecnici, costruttori e amministratori. Il provvedimento di sequestro riguarda il complesso turistico denominato “Marine Park Village”; otto gli indagati, con svariati capi d’accusa: lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e in due casi falso ideologico. Procedimento avviato dalla Procura della Repubblica di Crotone, con decreto d’urgenza; per fermare i lavori (estremamente invasivi) relativi alla costruzione del villaggio turistico in un’area soggetta a triplice vincolo paesaggistico e a vincolo archeologico.
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