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Comunicare la tragedia, tra pornografia del dolore e impegno politico
Nell’ultimo periodo è raro trovare un giorno in cui i giornali e i telegiornali non ci parlino di migranti, in particolare della rotta mediterranea.
Il dibattito sui salvataggi dei migranti in mare da parte delle navi di alcune organizzazioni umanitarie ha ormai polarizzato l’opinione pubblica, ed da mesi occupa le copertine dei giornali e dei telegiornali.
Il sarcofago nero di Alessandria e la maledizione del cattivo giornalismo
Quando si lavora in una disciplina come l'archeologia ci si abitua in fretta al fatto che soltanto le scoperte eccezionali o eclatanti raggiungeranno le prime pagine dei giornali, o, di questi tempi, la circolazione di massa su internet. Per questo motivo, è stata in un certo senso una sorpresa, sulle prime, che una scoperta singolare, ma certamente non rivoluzionaria, avvenuta di recente ad Alessandria in Egitto stesse facendo un certo scalpore tra il grande pubblico.
Per farci più servi del nostro padrone – una non necessaria lettera aperta
Caro dottor Serra,
Premetto di non essere un grande fan dei corsivi d’opinione, che complessivamente trovo insoddisfacenti nel loro tentativo di rappresentare le idee di una persona in poche righe – l’informazione trasmessa è limitata, le riflessioni proposte sono giocoforza appiattite. Ho cessato da anni di farmi infastidire da questo tipo di articolo e dagli scivoloni in cui periodicamente incappa chi vi si dedica. Di fronte ad una delle sue ultime Amache (qui), però, non sono riuscito a trattenermi dallo scrivere queste righe, perché quell’Amaca parla di me.
Donne al potere e libertà di stampa: la ricetta del trio Spielberg-Streep-Hanks
Il rapporto tra cinema e giornalismo viene da lontano.
Nel 1941 iniziò Orson Welles con Quinto potere, poi Billy Wilder con Prima pagina e L'asso nella manica, Richard Brooks con L'ultima minaccia (ricordate il famoso «È la stampa bellezza?») fino agli anni '70.
Ai tempi della presidenza Nixon, anche al cinema il tema è diventato onnipresente grazie all'exploit di Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula.
Pensiamo che un convegno come quello di cui parliamo in questo articolo abbia grande interesse anche per Il Becco, che nel suo piccolo continua a vivere nell'eterogeneo e vasto mondo del web.
Democrazia senza verità? è il titolo di una due giorni organizzata dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, di cui una parte è fruibile in video sul canale YouTube dell'istituto. Il senso dell'evento è evidenziato da Carlo Bartoli, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Regione Toscana, e risiede nella necessità di un aggiornamento continuo della sua categoria, rispetto al contesto sociale in cui opera. Il problema dell'informazione non nasce con il web, però non si può negare come "con la modificazione della fisionomia dell'ecosistema" cambino "le modalità con cui si sperimenta la ricerca di verità", da intendere come verità possibile, "diversa da quella dello storico", perchè legata ai contesti e alla funzione a cui sono chiamati i giornalisti. Prima di qualsiasi azione ormai chiunque si pone il problema di come comunicarla. Il racconto anticipa la realtà, in qualche modo. Internet aggiunge particolari ed insidie, ma anche nuove possibilità di verifica.
Di Elena Papucci
Il freddo, i migranti e il giornalismo di emergenza
È gennaio ed è freddo. Questo fatto, per tanti aspetti semplice e banale, sta da giorni tenendo banco nelle conversazioni e su giornali e trasmissioni televisive. Si riempiono pagine e pagine disquisendo di temperature, centimetri di neve caduti e soprattutto delle conseguenze sulla popolazione.
Siamo tutti ovviamente d'accordo che se muore un clochard per il freddo si sia di fronte a una cosa 'anomala', a un fatto che non dovrebbe succedere, e quindi sia sacrosanto che la stampa se ne occupi e stigmatizzi l'accaduto.
Scrivere di mafia non è mai facile. Chi lo fa rischia la sua stessa esistenza, molte delle volte. Però dobbiamo continuare a farlo, a scriverla, a dirla, a raccontarla, altrimenti rischia di venire fagocitata dentro il silenzio omertoso, dentro il mutismo di chi trema, di chi tace, dentro la cecità di chi si volta da un'altra parte fingendo che non esista, o dentro la complicità di chi copre posizioni di potere e che di sottobanco costruisce il suo regno stringendo rapporti con quei personaggi che inquinano il nostro paese e contaminano le nostre istituzioni politiche e governative. Forse la mafia non potrà essere mai sradicata ma sicuramente il primo passo per combatterla è darle voce, condannarla, scrivere e dire un no deciso contro di essa, chi la seppellisce, chi la sotterra o chi rimane indifferente a questo malsano fenomeno, o peggio ancora chi ci va a braccetto, usufruendo di privilegi o voti, chi ci stringe affari, le regala ancora più vittorie e e si rende suo complice diretto.
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