Negli anni Sessanta Porto Recanati era un piccolo borgo di pescatori, che durante il boom economico ha deciso di reinventarsi per diventare meta turistica, approfittando dello sviluppo della riviera adriatico e della diffusione del turismo di massa. Così la cittadina, che all’epoca aveva 6000 abitanti, iniziò gradualmente ad investire in servizi per il turismo balneare, dai ristoranti agli stabilimenti con gli “chalet” lungo la spiaggia.
Le razze umane non esistono
Tra il luglio e l’agosto 1938 appariva, in varie edizioni tra cui il primo numero della rivista La difesa della Razza curata tra gli altri da Giorgio Almirante, il Manifesto degli scienziati razzisti, anche detto Manifesto della razza, sottoscritto da dieci scienziati. Sulla scorta di questa base teorica, entro il novembre successivo sarebbero stati promulgati i regi decreti legge comunemente noti come leggi razziali. Ad ottant’anni da una delle pagine più buie della storia del Paese, miti di “razza” sono ancora accampati nell’immaginario italiano, tra dichiarato razzismo, subdola xenofobia e, immancabilmente, narrazioni pseudoscientifiche.
Per una sociologia del capitalismo.
Recensione di Sociologia della tecnca e del capitalismo di Lelio Demichelis.
L’ultimo saggio del professor Demichelis ripercorre le varie forme di organizzazione del lavoro che il capitalismo ha sviluppato fin dalla sua nascita per imbrigliare il lavoro e accrescere la sovrapproduzione di merci e capitali.
Il punto di partenza è come sempre il fordismo che ha creato la prima razionalizzazione cristallizzatasi nella produzione di massa, ma arriva al toyotismo e alla lean production, alla rete e al capitalismo delle piattaforme di oggi. Tentare di descrivere l’organizzazione del capitalismo di oggi è certamente encomiabile, vista la difficoltà di trovare un filo conduttore a un modo di produzione che si è ramificato ed è divenuto sempre più dispersivo.
Popolocrazia (Diamanti, Lazar): il populismo ha già vinto?
Ne Gli ultimi Jedi (l’episodio di Guerre Stellari del 2017) il personaggio di Benicio Del Toro tenta di disilludere i “buoni” sulla natura della contesa tra lato oscuro e repubblica. Non conta chi ha ragione, per l’economia è importante il proseguimento del conflitto. I signori della guerra vendono indistintamente alla parte imperiale e a quella della ribellione...
La fabbrica del populismo produce armi per entrambe le parti della contesa politica apparentemente egemone nel blocco occidentale del globo terrestre. Chi ricopre incarichi nelle istituzioni disegnate nel secondo dopoguerra solitamente si appella alla difesa dai "barbari", sventolando il pericolo di nuovi totalitarismi. I portavoce del cambiamento invocano i panni dell'uomo comune, fregiandosi della medaglia vittimistica che li rende esenti da ogni responsabilità rispetto alla situazione presente.
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