Capo Colonna. Storia di cementificazione, storia di lotte.
Pochi giorni fa (lo scorso 14 Febbraio ndr), dopo una incessante battaglia portata avanti, tra gli altri, dall’Associazione culturale Sette Soli, veniva sequestrata l’area di Contrada Scifo, sul litorale sud di Capo Colonna (KR), una vicenda incresciosa che ha portato allo sviluppo di un filone investigativo che vede coinvolti tecnici, costruttori e amministratori. Il provvedimento di sequestro riguarda il complesso turistico denominato “Marine Park Village”; otto gli indagati, con svariati capi d’accusa: lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e in due casi falso ideologico. Procedimento avviato dalla Procura della Repubblica di Crotone, con decreto d’urgenza; per fermare i lavori (estremamente invasivi) relativi alla costruzione del villaggio turistico in un’area soggetta a triplice vincolo paesaggistico e a vincolo archeologico.
Nella travagliatissima fase politico-istituzionale che sta attraversando il MIBACT, sempre più ministero senza risorse e idee per così dire “accattivanti”, nel dramma giornaliero di un patrimonio complessivo in rovina senza le dovute tutele (salvo pochissimi casi) e senza la dovuta valorizzazione, la notizia o il “cinguettio” apparso sul modernissimo social-network, ha aperto sicuramente un dibattito complesso.
Gennaio 2013, con una lettera indirizzata alla presidente Ilaria Borletti Buitoni, Salvatore Settis si dimette dal consiglio di amministrazione del FAI, in risposta alla decisione della Buitoni di candidarsi nella lista “scelta civica con Monti per l’Italia”.
La Buitoni ha motivato la sua scelta di adesione alla lista come atto doveroso, per poter finalmente e concretamente operare dal dentro della politica per quella che ormai oggi è diventata l’emergenza beni culturali.
Le ragioni di Settis e del suo gesto sono invece riconducibili a quello che è stato l’operato del governo uscente, in favore della cultura, nell’anno appena trascorso e in quello che la lista Monti propone sostanzialmente in vista di un eventuale governo futuro: la privatizzazione del patrimonio pubblico.
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