Il contemporaneo attraverso le serie televisive (parte 1)
È di qualche settimana fa la notizia che parla di un gruppo di hackers che avrebbero attaccato il canale americano HBO per rubare e rendere pubbliche le puntate e i copioni inediti di The Game Of Thrones, la popolarissima serie televisiva americana, record di telespettatori e incassi, che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Non è la sola, tuttavia, a riscuotere un successo così ampio nel pubblico: ce ne sono moltissime, e non solo le più recenti, che hanno avuto un indiscusso seguito, tanto da diventare dei veri e propri cult. Ma in generale possiamo dire che il fenomeno delle serie televisive non riguarda solo questa o quella specifica, ma tutti coloro che ne sono appassionati, per non dire dipendenti, perché non possono fare a meno di finire di vederne una per iniziarne un’altra. Stiamo parlando dunque di un fenomeno di ampia scala che si estende progressivamente a una fetta sempre più grande di persone. Oramai è una vera e propria folla oceanica, se non un continente intero.
Kevin Spacey ha un fascino innegabile nei panni di Frank Underwood, protagonista di House of Cards, che sta riscuotendo molto successo e interesse, anche in Italia, dove Sky ha deciso di puntare su questa serie per lanciare un nuovo canale (Sky Atlantic), affiancandola alla quarta stagione del Trono di Spade.
L’attrazione verso gli intrighi del potere non è solo merito degli attori o della regia, apprezzabili in tutte le prime cinque puntate trasmesse ad oggi. Quello che viene offerto al pubblico televisivo si consolida in un tessuto narrativo dato alle stampe per la prima volta nel 1989, in un contesto completamente diverso da quello di oggi.
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