Pronti via, dopo due minuti senti le note della bellissima colonna sonora di John Williams (adattata magistralmente da Micheal Giannino) e ti ritrovi scaraventato indietro nel tempo a quando eri bambino, che guardavi con lo stesso sguardo rapito del dottor Grant un brontosauro issarsi sulle due zampe posteriori per arrivare a strappare le foglie più in alto di un albero. Perché questo è il sequel della fortunata saga “jurassica”: un omaggio al capolavoro di Spielberg e un tentativo ben riuscito di far tornare alla luce un mondo che avevamo lasciato completamente in rovina nel terzo film.
Lo scorso anno si era affacciato nelle nostre sale un curioso filmetto con una trama tanto improbabile quanto curiosa nel quale si immaginava che il giovane Abramo Lincoln avesse un’identità segreta: giovane di bottega, studente di legge e poi politico in carriera di giorno e cacciatore di vampiri di notte (La leggenda del cacciatore di vampiri diretto da Timur Bekmambetov conosciuto per aver messo su pellicola i primi due capitoli –I guardiani della notte e I guardiani del giorno- di una trilogia Fantasy dello scrittore russo Sergej Luk'janenko).
Su Abramo Lincoln è uscita negli USA, e fra pochi giorni anche in Italia, l’ultima fatica di Steven Spielberg il quale, dopo Amistad, tratta un’altra volta il tema della lotta contro la segregazione razziale nel suo paese.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).