Nel 2008 undici dei diciotto paesi latino-americani erano governati da presidenti di centro-sinistra o sinistra. Dieci anni dopo la situazione appare decisamente diversa. Cosa resta oggi di quella stagione politica e culturale che aveva significato per l’America Latina un clamoroso “giro a la izquierda”? I movimenti sociali e politici che all’inizio del nuovo millennio avevano trionfato col motto del “ritorno allo stato”, stanno ora mostrando evidenti segni di cedimento. Gli ultimi anni sono stati particolarmente severi nei confronti delle esperienze di governo più o meno progressiste che si sono avvicendate nei paesi latinoamericani. Prendendo in esame anche solo i paesi dell’America Meridionale, dove resistono esperienze di sinistra estremamente significative, si è comunque costretti ad evidenziare un quadro del tutto deprimente.
Quale è la più grande risorsa di Evo Morales? “Esser stato un campesino, un contadino e avere quindi la capacità di immedesimarsi con le necessità della gente, saper spiegare la macroeconomia ai poveri”. Queste sono le parole dell'analista politico Molina, certamente non vicino al presidente campesino.
Ed è stata la sua visione a far sì che il popolo bolivariano lo confermasse presidente per la terza volta consecutiva, con un fiducia che ha coinvolto circa il 60% degli elettori e lasciando indietro Doria Medina, il principale sfidante, al 25% circa dei voti. Una vittoria che è stata dedicata a Fidel Castro, Hugo Chavez, scomparso lo scorso anno, e “a tutti i popoli del mondo che lottano contro l'imperialismo”.
L'aereo che riportava a La Paz il Presidente della Bolivia Evo Morales da Mosca, si era recato in visita di stato, è stato obbligato qualche giorno fa ad atterrare a Vienna, a seguito del divieto di sorvolo dello spazio aereo deciso dai governi di Italia, Francia, Spagna e Portogallo, ovviamente su richiesta pressante degli Stati Uniti. A Vienna inoltre l'aereo è stato perquisito.
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