Venerdì, 05 Luglio 2013 00:00

Di pirateria e servitù in Europa (Morales e Snowden)

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L'aereo che riportava a La Paz il Presidente della Bolivia Evo Morales da Mosca, si era recato in visita di stato, è stato obbligato qualche giorno fa ad atterrare a Vienna, a seguito del divieto di sorvolo dello spazio aereo deciso dai governi di Italia, Francia, Spagna e Portogallo, ovviamente su richiesta pressante degli Stati Uniti. A Vienna inoltre l'aereo è stato perquisito.

L'atto è di una gravità estrema, è quasi un atto di guerra, senz'altro lo è di pirateria: i capi di stato o di governo dispongono, sulla base del diritto internazionale, di protezioni superiori a quelle dei corpi diplomatici. Durante l'ultima guerra mai la Germania nazista quando occupava gran parte dell'Europa dirottò aerei svizzeri con a bordo diplomatici degli Stati Uniti o britannici che si recavano in Svizzera o ne tornavano, né mai entrò, durante l'occupazione di Roma, in Vaticano ad arrestarvi i diplomatici di Stati Uniti e Gran Bretagna, e neanche antifascisti o ebrei italiani. 

Ciò dà la misura della gravità di atti che coinvolgono anche il nostro paese, ma anche delle questioni in gioco, della qualità di ciò che l'ex funzionario dell'intelligence USA Snowden ha portato, e soprattutto potrebbe continuare a portare, all'attenzione del mondo.

Per quanto riguarda Portorico 1, 2, 3, 4 e 5 e cioè Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Austria, c'è poco da dire: i relativi capi di governo, in analogia al Governatore della povera Portorico (alla quale non intendo affatto mancare di rispetto, non è colpa sua se è una colonia), sono scattati sull'attenti, da bravi amministratori coloniali in pectore, appena ricevuta la telefonata da Washington che dava l'ordine. Persino l'orgogliosa Francia, che tuona che lo spionaggio USA in Europa è inaccettabile e che vorrebbe la sospensione delle discussioni sul libero scambio USA-Unione Europea (in ogni caso la Germania ha già detto che non se ne parla, business is business, e la questione è chiusa), è scattata sull'attenti; e, unendo al danno il ridicolo, per sé e per la Francia, Hollande ha anche detto che, appena saputo (?) che sull'aereo boliviano c'era il Presidente Morales ha dato ordine di riaprire lo spazio aereo francese. Ma quando lo avevano chiamato da Washington non aveva chiesto di che aereo si trattava? In ogni caso quando lui ha annullato l'ordine l'aereo era già atterrato a Vienna.

Ciò che Snowden ha portato alla luce, ho già scritto in un articolo, era già pubblicamente emerso a partire dal 1997: ma i governi europei decisero di metterci una pietra sopra, probabilmente in cambio dell'impegno degli Stati Uniti (e dei loro compari britannici) di smetterla con lo spionaggio in Europa (allora la questione aveva riguardato il controllo del traffico telefonico e informatico e l'accesso ai dossier che preparavano le direttive dell'Unione Europea in materia di tecnologia industriale). Adesso, dopo il caso Assange, e data la rilevanza ben maggiore delle rivelazioni e delle documentazioni di Snowden, non è stato possibile fare altrettanto. Ricapitolando, si tratta del fatto che la totalità di quanto è detto in Europa al telefono o è trasmesso per via elettronica o via fax, cioè miliardi di messaggi all'ora, è filtrato dal sistema spionistico Echelon, gestito dagli Stati Uniti e a cui partecipano anche Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Ovviamente sono già partite le operazioni minimizzanti da parte dei media: quella più comica è il rilievo dato alla scoperta di “cimici” nelle ambasciate: certo ci possono essere cimici USA nell'ambasciata italiana, per dire, a Washington: ma ve la sentite, ci viene chiesto, di escludere che nell'ambasciata USA a Roma ci possano essere cimici italiane? Io però non me la sento proprio di escludere questa cosa: vi pare che ci sia nell'establishment italiano qualcuno che voglia rischiare le sculacciate USA? O che non tema che informazioni personali a suo riguardo, raccolte dagli USA tramite Echelon, possano essere messe in piazza?

Ancora, riemerge che per accordi (secretati) nel quadro della NATO le imprese che gestiscono in Europa il traffico telefonico sono dirette, sul piano tecnico, da funzionari dell'intelligence locale che però rispondono alla NATO ergo agli USA.

Ancora, emerge come il frazionamento, quanto a loro gestione di fatto, dei servizi di intelligence in Europa è un fatto strutturale e generalizzato. Da tanto tempo si parla in Italia di pezzi deviati dei servizi, di funzionari compiacenti con le (illegali) richieste USA, dello zampino di pezzi di servizi nella stagione degli attentati aperta nel 1969 con la bomba alla sede a Milano della Banca dell'Agricoltura, ecc.: ma ora emerge ben di più. I servizi europei, cioè, si raccordano orizzontalmente tra loro e con quelli USA e sono al servizio di ogni eventuale richiesta USA tagliando fuori gli stessi governi, ma a seguito di accordi formali tra governi nel quadro della NATO. Insomma, siamo Portorico non solo per libera scelta dei governi europei, a differenza di Portorico, che fu invasa a suo tempo dagli USA, ma sulla base di un'intesa formale, nero su bianco.

Dato il carattere ignobile di tutto questo, e in specie della sudditanza europea agli Stati Uniti (e di tutto quanto ne è trascinato sul piano dei comportamenti, dei silenzi, delle balle delle varie forze politiche europee “responsabili” ergo di governo), ben si capiscono silenzi, imbarazzi, minimizzazioni. Se potessero farebbero come fu fatto dopo il 1997. Stavolta però non ci riusciranno: la questione è uscita dalle stanze istituzionali della politica, dove fu obbligata a ridursi nel 1997, inoltre è in mano a un'America latina che non ci sta più a essere il cortile di casa degli Stati Uniti, anzi i cui governi di sinistra hanno tra i loro obiettivi fondamentali l'emancipazione continentale.

Un'ultima considerazione. Pochi organi di stampa hanno riferito di come il sistema Echelon e, assieme, le varie agenzie di sicurezza USA (NSA, CIA, DEA, FBI, servizi dell'esercito, della marina, dell'aviazione, ecc.) siano affiancate, sempre negli USA (ma solo negli USA?) da una quantità di agenzie private, che svolgono attività particolari oppure cooperano all'analisi dei risultati selezionati delle intercettazioni effettuate dal sistema Echelon o in altro modo (per esempio dalle polizie). Vorrei sottolineare che tra i tratti culturali che presiedono alla realizzazione di un sistema così pervasivo e ossessivo è una sorta di paranoia sociale, caratteristica sin dalla “guerra fredda” dell'establishment politico USA e che ha tratto, ovviamente, dagli attentati terroristici del settembre 2001 solo alimento. E vorrei però anche sottolineare che non si tratta della paranoia dei paranoici, ma di gente in genere sana di mente. Il fatto è che tutto questo complesso spionistico è da tempo parte strutturale importante della politica e del mondo degli affari USA (basti pensare a come il loro spionaggio in Europa è quasi solo spionaggio industriale). Ci campano più che bene e soprattutto realizzano laute carriere politiche o manageriali o nelle pubbliche amministrazioni o nelle forze armate o dove volete voi milioni di persone.

Luigi Vinci

Protagonista della sinistra italiana, vivendo attivamente le esperienze della Federazione Giovanile Comunista, del PCI e poi di Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista. Eletto deputato in parlamento e nel parlamento europeo, in passato presidente e membro di varie commissioni legate a questioni economiche e di politica internazionale.

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