Molto si è discusso, e molto ancora si discuterà, circa la Brexit. Con la pistola ancora fumante del referendum, vinto di strettissima misura dai favorevoli all'uscita, è possibile cominciare ad avviare una riflessione che risulterà certamente parziale ma con alcuni punti fermi.
Ad egemonizzare la campagna per l'uscita dall'Unione Europea sono state, quasi esclusivamente, le destre: tanto quelle interne al Partito Conservatore (capeggiate dall'ex sindaco di Londra, Boris Johnson), quanto quelle estreme (dai nazionalisti dell'UKIP di Farage fino ai neofascisti simpatizzanti dell'assassino della deputata laburista Cox) e lo hanno fatto sul loro terreno ideologico: in primo luogo sull'immigrazione.
Qui la traduzione di un articolo - intervista ad Alan Sked, fondatore dell'Ukip uscito su The Guardian. Oltre ai contenuti, è molto interessante notare i toni ed il linguaggio usati dal fondatore del partito euroscettico che ha spopolato nel Regno Unito.
Il fondatore dell'UKIP sta cercando di provarmi che quando era lui in carica alla guida del partito, questo non era razzista. Sta anche cercando di di dimostrare che non avrebbe avuto questo grugno per i rimborsi del Parlamento europeo, a differenze della sua “incarnazione” del 2014. “Ne ho avuto uno qui non tanto tempo fa”, dice Alan Sked, professore di Storia Internazionale alla London School of Economics, nel momento in cui, evidentemente, cerca modulo di iscrizione.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).