Non è nuova alle orecchie dei cittadini europei la notizia che fra i paesi membri ci siano dei paradisi fiscali: Lussemburgo, Irlanda, Olanda, da alcuni punti di vista anche la stessa Inghilterra, sempre riluttante a cedere su una regolamentazione comune dei regimi impositivi. Non si è mai riusciti a trovare un accordo per uniformare le tasse dirette, e questo ha causato non poche frizioni.
Poi sono arrivate, negli scorsi mesi, le inchieste della Commissione sulle agevolazioni fiscali (i cosiddetti “aiuti di stato”) concesse ad alcune compagnie: il caso del Lussemburgo con Amazon e Fiat Finance e dell’Irlanda con Apple.
Ma le rivelazioni dell’ICIJ (International Consortium of Investigative Journalists) sono sorprendenti anche per chi conosceva questi antefatti. Più di 340 multinazionali hanno firmato accordi segreti con il Lussemburgo per spostare i loro profitti nel granducato, dove il regime di tassazione è molto più morbido rispetto a quello dei loro paesi d’origine. I documenti sono stati diffusi dal team di giornalisti, con un report, lo scorso 5 novembre.
Il numero delle aziende che hanno beneficiato suggerisce che l’aiuto di stato, lungi dall’essere una misura eccezionale, sia praticamente una norma del business europeo.
Nel 1998 è stata promulgata la prima legge (109/98) sull’ISEE; all’epoca manifestai in ogni modo la mia contrarietà e detti origine al Comitato per la difesa delle persone non autosufficienti, trasformato nell’Associazione ADiNA dopo qualche anno. La critica era sostanziale ancorché approssimativa: in un sistema fiscale in cui alcune categorie di persone hanno una capacità di evasione altissima, le prestazioni assistenziali non possono essere direttamente legate alla dichiarazione dei redditi.
L’omogenizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale, obbiettivo della legge 109/98, non mi sembra sia stato raggiunto (anche se non ho sufficienti strumenti per certificarlo) mentre si è persa sicuramente la funzione intelligente (potenzialmente) dell’assistente sociale e del medico nell’interpretare il bisogno e nel definire la risposta. Gli/Le assistenti sociali sono oggi categoria professionale trasformata in amministrativi e giustamente condannata dai cittadini.
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