Qualche settimana fa i sondaggi avevano dato per spacciato Netanyahu, per poi farci prendere un mezzo infarto quando ha ribaltato le sorti delle elezioni facendo un governo più di destra ed intollerante di quello di prima. In questi giorni ci siamo sentiti dire che sì, in Gran Bretagna, Labour e Conservatori erano praticamente alla pari ma dai, Miliband ha fatto una campagna elettorale sopra le righe, c’è aria di cambiamento in Europa, vuoi che non vinca?

Come non detto. Stamani i numeri parlano chiaro: i Conservatori di Cameron vincono con 331 seggi alla House of Commons, facendo un balzo avanti rispetto a cinque anni fa. Appoggiati come sempre dagli unionisti del DUP nordirlandese, non avranno bisogno della stampella liberaldemocratica per formare un governo, sancendo così la disfatta di Clegg che ha perso decine di seggi rispetto all'ultima tornata. Un governo quindi molto più stabile dello scorso che, nella concezione britannica, comporterà una maggiore stabilità e quindi un'azione più, come dire, risoluta.

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Lo stridio del falco adirato davanti al ruggito trionfante del leone. Una metafora perfetta per descrivere la reazione rabbiosa del rieletto premier Benjamin Netanyahu di fronte ai festeggiamenti del presidente iraniano Hasan Rohani e degli altri membri del suo governo dopo il raggiungimento di un’intesa sulla politica nucleare dell’Iran a Losanna lo scorso 2 aprile.

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