“I Paesi più prossimi - e tra essi il Giappone - hanno più volte chiesto alla Corea del Nord di rispettare pienamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che la riguardano nonché ripetutamente chiesto, con forti avvertimenti, di non condurre altre ulteriori provocazioni, inclusi test nucleari e lanci di missili balistici” ha detto il premier giapponese, il quale ha ricordato espressamente la risoluzione 2270 dello scorso marzo, seguita al lancio di un satellite effettuato in febbraio, che vieta al Nord ulteriori azioni dirette ad aumentare la tensione con le nazioni vicine. La RPDC ha lanciato quest'anno “21 missili balistici in grado di portare armi di distruzione di massa” ha ricordato Abe, fatto che pone il Nord come una “minaccia per la sicurezza del Giappone e della comunità internazionale”. “Non possiamo scartare la possibilità che Pyongyang sia già in grado di miniaturizzare armi atomiche al fine di produrre testate” ha affermato venerdì la ministra della Difesa, Tomomi Inada.
“Penso sia importante che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite mandi un forte messaggio” ha dichiarato il titolare degli Esteri, Fumio Kishida, nell'immediatezza dei fatti. Per Kishida inoltre un eventuale ripresa del dialogo a sei con il Nord, pur costituendo un importante precedente, non può essere semplicemente “una discussione tanto per discutere” e che al fine di utilizzare quello strumento, “la Corea del Nord si presenti con parole ed azioni costruttive, cooperando con la comunità internazionale sul tema delle armi atomiche e dello sviluppo missilistico”.
Nel Sol Levante tutta l'opinione pubblica è, ovviamente, preoccupata per le mosse del vicino asiatico: “il governo dovrebbe prendere l'iniziativa cercando di avere una nuova risoluzione contenente sanzioni del Consiglio di Sicurezza” ha affermato il Presidente del Partito Democratico, Katsuya Okada, mentre per il leader dei comunisti Shii “il rafforzamento nucleare della Corea del Nord ci condurrà ad un vicolo cieco”.
“La Cina esprime la propria ferma opposizione” ha affermato nel quotidiano incontro con i giornalisti la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, la quale ha ricordato come “la Cina sostenga con forza la denuclearizzazione della Penisola coreana, la non proliferazione nucleare, così come la pace e la stabilità nell'Asia del Nord Est” e chiesto “con forza che la RPDC si impegni nella denuclearizzazione, si attenga alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e si trattenga dal compiere altre azioni che possano peggiorare la situazione”. Sulla possibilità di sanzioni Hua non ha fornito una risposta chiara ma ha ribadito che il proprio Paese intende affrontare la vicenda sullo spirito del dialogo a sei.
Il test è stato “un'altra sfacciata violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza” per il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon, per il quale “la RPDC dovrebbe promuovere il benessere del proprio popolo anziché tecnologia per armi atomiche e missili balistici”.
Una provocazione che provocherà soltanto ulteriori sanzioni, un più profondo isolamento e che accelererà la propria autodistruzione secondo la Presidentessa della Corea del Sud, Park, la quale, in cooperazione con la comunità internazionale cercherà di far introdurre “più forti sanzioni” preparandosi ad usare “tutti i possibili mezzi” per far desistere Pyongyang dalle proprie ambizioni atomiche. La massima esponente sudcoreana, che al momento del test nucleare si trovava nella capitale laotiana per assistere al vertice ASEAN, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente statunitense, Obama, ed effettuato una prima riunione di emergenza con i ministri della RdC presenti al vertice. Park e Abe, per altro, hanno potuto immediatamente confrontarsi a Vientiane convenendo sul fatto che la risposta sarà comune.
Quel che è certo è che per i prossimi mesi la tensione nell'Asia del Nord Est dovrebbe rimanere altissima, almeno fino alla prevedibile ripresa di nuovi colloqui a sei.
Sul fronte servitù militari, proseguono senza sosta i lavori di completamento di sei eliporti, destinati alle truppe USA, a Takae (Okinawa). Il 9 settembre, il locale Ufficio del Ministero della Difesa ha ricevuto materiali aviotrasportati al fine di evitare i blocchi messi in atto dai manifestanti anti-militaristi. Lo stesso giorno è stato presentato alla stampa, presso la sede del parlamento a Tokyo, un appello, sottoscritto da 182 intellettuali - tra essi il premio Nobel Kenzaburo Oe - contro l'ennesima servitù militare a carico della Prefettura.
Intanto, la sezione di Naha dell'Alta Corte di Fukuoka ha dato ragione al governo nella prima delle cause da questo intentate contro il Governatore della Prefettura di Okinawa, Takeshi Onaga. Il ricorso del governo concerneva l'opposizione al ritiro delle autorizzazioni (rilasciate dal precedente Governatore, Nakaima) di alcuni lavori preparatori (in questo caso una discarica) necessari alla realizzazione della nuova base, destinata ai marines statunitensi al posto di Ginowan, effettuata da Onaga appena insediatosi.
Sul fronte welfare, dati resi noti da Akahata, mostrano come quest'anno siano stati circa 90.000 i bambini che non sono riusciti ad accedere agli asili nido pubblici. Il Partito Comunista da tempo chiede che siano le municipalità a costruire asili nido (per circa 300.000 bambini) su suoli pubblici. Di tutt'altro avviso il governo, il quale, invece, da tempo promuove - anche attraverso una deregolamentazione nella formazione professionale per gli operatori di tali centri - le strutture private.
In ambito politico, novità hanno riguardato il Partito Democratico, che giovedì scorso ha rinnovato la propria Presidenza. Ad essere eletta, con un ampia maggioranza (503 punti su un totale di 849) conquistata tra elettori registrati, parlamentari e consiglieri locali (con un complicato sistema che assegna un tot di punti per ognuna delle diverse categorie su menzionate), è stata l'ex giornalista Renho Murata, già ministra con Naoto Kan e Yoshihiko Noda (rispettivamente alle Riforme Amministrative ed alla Tutela del Consumatore e Sicurezza Alimentare) ed attualmente senatrice.
Sconfitti il deputato Yuichiro Tamaki e l'ex ministro Seiji Maehara (prima alle Infrastrutture e Trasporti con Hatoyama, poi con Noda e sempre nel gabinetto Noda è stato successivamente incaricato degli Esteri e poi delle Politiche Fiscali).
Renho, la quale ha ricevuto l'appoggio del Presidente uscente, Katsuya Okada, dovrebbe distanziarsi dal proprio predecessore allentando i rapporti con il Partito Comunista.
(con informazioni di Japan Press Weekly 07 - 13 sett. 2016; un.org; japan.kantei.go.jp; mofa.go.jp; mid.ru; fmprc.gov.cn; korea.net; president.go.kr; the-japan-news.com; mainichi.jp; asahi.com; japantimes.co.jp)