Abe è poi volato negli Stati Uniti per incontrare, il 17 e 18 aprile, Donald Trump. Tra gli argomenti discussi dai due leader a farla da padrone è stata ovviamente la questione nordcoreana in previsione dei colloqui che l'amministrazione USA avrà con il governo della RPDC. Su questo punto da Tokyo è giunta la richiesta di porre con forza anche il tema dei cittadini giapponesi rapiti e condotti in Corea del Nord.
Nessuna novità di rilievo dall'incontro è venuta invece sulla possibilità che gli Stati Uniti riprendano il dialogo per l'ingresso nel TPP. “Abbiamo un deficit molto grande, stiamo per eliminarlo e speriamo di ottenere un equilibrio in un futuro non troppo lontano ma con il Giappone abbiamo un enorme deficit” ha affermato Trump dimostrandosi però ottimista che mediante l'acquisto da parte nipponica di aerei militari e civili questo squilibrio potrà essere colmato.
Nessun passo avanti anche per quanto concerne i dazi doganali su acciaio ed alluminio enormemente aumentati da Donald Trump, il premier edochiano non è riuscito ad ottenere l'esenzione ottenuta da altre nazioni. “Se raggiungeremo un accordo anche i dazi saranno discussi” ha sostenuto Trump rimandando ad un futuro accordo bilaterale o ad un estremamente improbabile partecipazione USA ad un accordo multilaterale come il CPTPP.
Il tema del commercio internazionale e la condanna, l'ennesima, al protezionismo è stata al centro del G20 dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali tenutosi il 20 aprile a Washington. “Le preoccupazioni relative alle controversie commerciali hanno occupato parte delle discussioni […]. Il rischio principale osservato dalla maggioranza dei partecipanti è stato il retrocedere a politiche introspettive, rischi geopolitici e connessi alla normalizzazione della politica monetaria” ha detto in conferenza stampa il ministro alle Attività produttive dell'Argentina Nicolas Dujovne, coordinatore del summit.
La diplomazia nipponica durante la scorsa settimana ha anche proseguito il dialogo con la Cina sulla vicenda nordcoreana nonché sui grandi temi economici che riguardano i due Paesi. Domenica e lunedì infatti il ministro Wang Yi in visita a Tokyo ha avuto colloqui con l'omologo Taro Kono. “Il Giappone ha avuto con noi un'attitudine amichevole nell'ultimo anno” ha dichiarato Wang.
Presenti agli incontri anche il ministro dell'Economia e Industria Hiroshige Seko ed il ministro alle Politiche Fiscali Toshimitsu Motegi per il Sol Levante mentre per la Cina hanno partecipato il ministro per il Commercio Zhong Shan e quello alle Finanze Liu Kun. Annunciata da Kono la presenza del premier cinese Li al prossimo vertice Giappone-Cina-Repubblica di Corea ed una visita di Abe in Cina nei prossimi mesi.
Sul programma missilistico nordcoreano i due Paesi “hanno confermato che lavoreranno in stretto coordinamento al fine di implementare in maniera compiuta le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU”. Tra i temi trattati dai due massimi rappresentanti delle diplomazie anche la creazione di un efficace meccanismo di comunicazione tra le rispettive forze armate al fine di evitare incidenti aerei o marittimi nella zona delle contese isole Senkaku. Il tema della circolazione nei mari a sud dell'Arcipelago è stato oggetto anche del vertice summenzionato tra Abe e Trump. Proprio sul punto funzionari cinesi e giapponesi hanno tenuto una riunione il 20 aprile.
Lo stesso giorno della partenza di Wang un ricercatore giapponese, Katsuo Nishiyama, professore emerito all'Università di Scienze Mediche di Shiga, ha reso nota quella che in basse alle ricerche da lui condotte è la lista definitiva degli appartenenti all'Unità 731 dell'esercito imperiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale il reparto condusse, specialmente su prigionieri cinesi, esperimenti con l'uso di agenti chimici. Nella lista diffusa da Nishiyama compaiono 3.607 nomi.
Come ogni anno, frattanto, il 20 aprile il premier ha inviato allo Yasukuni shrine, il tempio nel quale sono celebrati i soldati nipponici ed anche oltre mille criminali di guerra, la consuenta offerta rituale. “Il governo esprime profondo rammarico e disgusto per il fatto che membri dell'esecutivo giapponese e parlamentari hanno, ancora una volta, mandato offerte ed espresso il loro rispetto allo Yasukuni shrine, tempio nel quale si rende omaggio all'invasione coloniale ed alla guerra di aggressione” si legge in una nota del Ministero degli Esteri della Repubblica di Corea.
Intanto a Pyongyang il Presidente nordcoreano Kim Jong Un ha annunciato, nel corso del plenum del comitato centrale del Partito del Lavoro, lo stop ai lanci missilistici. “Né test nucleari né test di missili a medio raggio o intercontinentali sono adesso necessari alla RPDC” si legge nel comunicato apparso sull'agenzia ufficiale di Pyongyang KCNA. “Ciò che è fondamentale, tuttavia, è come si giungerà ad uno smantellamento completo, verificabile ed irreversibile delle armi atomiche, di quelle di distruzione di massa e dei missili” ha commentato da Tokyo Abe mostrandosi molto cauto.
In politica non passano sotto silenzio nell'opinione pubblica gli scandali che stanno coinvolgendo il premier. Lo scorso 14 aprile in 30.000 hanno manifestato a Tokyo presso la sede del parlamento ma manifestazioni si sono svolte anche a Osaka, Nagoya e Fukuoka.
“Il Partito Comunista Giapponese lavorerà duro in parlamento affinché si chiariscano i fatti dietro le vicende di favoritismo di Abe verso Moritomo e Kake nonché sui documenti delle FA” ha affermato il Presidente del PCG Kazuo Shii presente alla manifestazione.
Intanto proprio sui report spuntati fuori dopo oltre dieci anni concernenti la missione in Iraq sembra emergere con chiarezza il motivo del loro occultamento. Nelle aree ufficialmente di “non combattimento” in realtà vi furono scontri che avrebbero potuto coinvolgere le forze armate nipponiche violando dunque uno dei requisiti essenziali per la loro permanenza all'estero. Nonostante ciò lo scorso 17 aprile il ministro Onodera ha affermato che le FA non sono mai entrate in zone di combattimento.
Sullo scandalo di Moritomo Gakuen una causa contro Nobuhisa Sagawa, all'epoca dei fatti direttore generale del Ministero delle Finanze, è stata depositata dal professor Hiroshi Kamikawi, docente all'Università Gakuin di Kobe.
Sempre al Ministero guidato da Taro Aso uno scandalo, questa volta circa presunte molestie sessuali, ha coinvolto il viceministo Junichi Fukuda. Ad accusare il politico di molestie una giornalista di Asahi TV. Il 19 aprile Fukuda ha rassegnato le dimissioni negando però ogni addebito.
A fronte di tutti questi scandali i partiti dell'opposizione unitariamente hanno chiesto le dimissioni di Taro Aso: “il Ministero delle Finanze si trova in una situazione eccezionale con il posto di capo dell'Agenzia delle Entrate e di viceministro amministrativo che sono vacanti. La responsabilità del ministro è enorme” ha dichiarato Tetsuro Fukuyama, Segretario del Partito Costituzionale Democratico, che il 19 aprile ha incontrato l'omologo del PLD Nikai per informarlo della richiesta unitaria dell'opposizione. Per protesta, il giorno seguente, i parlamentari dei sei partiti di minoranza non hanno partecipato ai lavori delle commissioni.
Qualche giorno prima anche un esponente dell'opposizione, il Governatore della Prefettura di Niigata, Ryuchi Yoneyama aveva presentato le proprie dimissioni per uno scandalo che non avrebbe nessun profilo di reato come nel caso di Fukuda ma unicamente un profilo considerato eticamente non accettabile. Secondo quanto riportato dalla rivista Shukan Bunshun l'ex Governatore, fiero oppositore alla riattivazione della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, avrebbe pagato una studentessa circa 30.000 yen per diversi incontri sessuali.
Sul fronte lavoro cattive notizie potrebbero presto riguardare i dipendenti del Gruppo Poste del Giappone. Secondo fonti stampa entro 10 anni sarà progressivamente interrotto il contributo (in media di circa 324.000 yen l'anno) per l'abitazione ricevuto da 5.000 dei 20.000 lavoratori a tempo indeterminato della società. La mossa, che andrà a colpire sia i dipendenti in affitto (che ricevono fino a 27.000 yen al mese di contributo) sia quelli che hanno casa di proprietà (i quali ricevono tra i 6.200 ed i 7.200 yen al mese per cinque anni) giunge dopo che il Sindacato dei Lavoratori Postali aveva chiesto, nel corso delle annuali trattative per i rinnovi contrattuali, una parità di trattamento tra lavoratori a tempo indeterminato ed i precari che costituiscono la metà circa dei dipendenti del Gruppo chiedendo anche per essi cinque contributi mensili di welfare aziendale che fanno parte dei benefit dei lavoratori stabili.
Nel contempo dati preoccupanti sul fenomeno dei karoshi, le morti da superlavoro, giungono dal Fondo per gli Indennizzi dei Lavoratori delle Amministrazioni Locali. Secondo diversi uffici territoriali dell'ente, sentiti dal quotidiano Mainichi, tra il 2007 ed il 2016 63 insegnanti sono morti per cause connesse allo stress da superlavoro.
Questi dati, anche per ammissione dello stesso governo, difficilmente entrano a far parte delle statistiche del Ministero del Lavoro.
In economia dovrebbe tenersi il prossimo 11 luglio un vertice nippo-europeo per fissare le tempistiche dell'entrata in vigore dell'accordo commerciale sottoscritto lo scorso dicembre. L'accordo prevede da parte del Giappone l'abbattimento del 94% delle tariffe su tutti i prodotti importati dall'UE. Di contro l'Unione Europea si impegna ad abolire il 99% dei dazi sui prodotti nipponici anche se per le automobili ciò avverrà entro otto anni dalla conclusione del trattato mentre sui televisori entro sei. Tutte le misure dovrebbero avere effetto a partire da marzo 2019 cioè, secondo gli auspici di entrambe le parti, a Brexit avvenuta.
Per quanto concerne le politiche fiscali un pressante appello ad aumentare la tassa sui consumi è giunta dall'OCSE. Per l'organismo internazionale guidato dal messicano Angel Gurria il Sol Levante dovrebbe portare l'IVA a 19% al fine di ottenere una maggiore sostenibilità del sistema fiscale. Il Giappone ha previsto un aumento per il 2019 di due punti dall'attuale 8%.
Questioni fiscali ma molto più spicce anche per SoftBank. Secondo le autorità il gruppo operante nel settore della finanza e delle telecomunicazioni non avrebbe dichiarato 93,9 miliardi di yen (circa 875 milioni di dollari). “Abbiamo già sottoposto un rapporto all'Ufficio Regionale delle Entrate di Tokyo e preso le opportune misure” hanno dichiarato dalla società. All'appello mancherebbero i ricavi delle sussidiarie statunitensi Sprint e Brighstar acquisite rispettivamente nel 2013 e nel 2014 e con sede legale nelle Bermuda.
In settimana dati estremamente ottimistici sono stati presentati dal governo per quanto concerne il turismo. Da Tokyo si ci attende una crescita per l'anno 2018 del 19,9% che porti il numero di stranieri che visiteranno il Sol Levante a toccare quasi i 30 milioni entro dicembre (cioè circa un milione e mezzo in più rispetto al 2017). I dati da gennaio a marzo di quest'anno mostrano già una crescita delle somme spese dai turisti stranieri pari al 17,2% rispetto al 2017 (per un totale equivalente a 10,5 miliardi di dollari).
(con informazioni di Japan Press Weekly 11 – 17 apr. 2018; g20.org; whitehouse.gov; kcna.kp; xinhuanet.com; asahi.com; mainichi.jp)
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