Per decomissionare il reattore sperimentale di Monju sarà necessario eliminare 760 tonnellate di sodio radioattivo. Ad annunciarlo l'Agenzia per l'Energia Atomica proprietaria dell'impianto a combustibile MOX. Da tempo la sorte del sito sembra segnata a causa dei numerosi rilasci di materiale radioattivo che hanno comportato l'inattività dell'impianto per larga parte della sua vita (l'impianto ha operato per 250 giorni in venti anni).

Pubblicato in Pillole dal giappone

Riprendere le operazioni al reattore sperimentale di Monju potrebbe costare oltre 540 miliardi di yen (più di 5 miliardi di dollari), a dichiararlo, dopo un incontro tra rappresentanti del governo ed operatori privati, è stato il ministro della Ricerca Scientifica. Fino ad ora sono stati investiti nel reattore quasi dieci miliardi di dollari ma l'impianto (a carburante misto di tipo MOX) è stato attivo per 250 giorni negli ultimi 20 anni (a causa del rilascio di contaminanti nucleari), per questa ragione, nelle scorse settimane, aveva sempre più preso piede l'idea di smantellare l'impianto.
Vi è però una diversità di vedute tra il ministro della Ricerca Scientifica, Hirokasu Matsuno, che vorrebbe rendere pienamente operativa la centrale, e quello dell'Industria, Hiroshige Seko, che vorrebbe invece decommissionarla.

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