Domenica, 16 Ottobre 2016 00:00

Pillole dal Giappone #155 - Le Forze di Autodifesa sempre più protese sullo scenario internazionale

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Riprendere le operazioni al reattore sperimentale di Monju potrebbe costare oltre 540 miliardi di yen (più di 5 miliardi di dollari), a dichiararlo, dopo un incontro tra rappresentanti del governo ed operatori privati, è stato il ministro della Ricerca Scientifica. Fino ad ora sono stati investiti nel reattore quasi dieci miliardi di dollari ma l'impianto (a carburante misto di tipo MOX) è stato attivo per 250 giorni negli ultimi 20 anni (a causa del rilascio di contaminanti nucleari), per questa ragione, nelle scorse settimane, aveva sempre più preso piede l'idea di smantellare l'impianto.
Vi è però una diversità di vedute tra il ministro della Ricerca Scientifica, Hirokasu Matsuno, che vorrebbe rendere pienamente operativa la centrale, e quello dell'Industria, Hiroshige Seko, che vorrebbe invece decommissionarla.

In ambito militare, il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga, ha annunciato, lo scorso 8 ottobre che negozierà con le autorità statunitensi il ritorno alla piena sovranità nipponica di 4.000 ettari dell'area di Camp Gonsalves “entro la fine dell'anno”. Lo smantellamento della facility, che rappresenta il 20% delle servitù militari nella Prefettura, è però legato alla realizzazione dei sei eliporti a Takae, progetto che vede la ferma opposizione del governo della Prefettura e della popolazione locale. Un primo incontro preparatorio sul ritorno dell'area si è avuto lo scorso mercoledì tra il comandante locale dei Marines, generale Neller, e la ministra della Difesa, Tomomi Inada.
Inada ha, per altro, avuto una intensa settimana di attività, avendo effettuato anche una visita nel Sudan del Sud, Paese nel quale il Sol Levante ha schierato, con compiti logistici, 350 membri delle Forze di Autodifesa. Su una estensione del mandato delle FA nel Paese (dilaniato da una guerra civile) il governo non ha ancora preso una decisione. Potrebbe, nel contempo, aumentare la presenza delle truppe nipponiche a Gibuti. Nella piccola nazione africana sono attualmente impegnati, presso la base di Camp Lemonnier, 180 militari delle FA, con funzioni di contrasto alla pirateria. “Stiamo negoziando con il governo di Gibuti” ha affermato un portavoce del Ministero della Difesa.

Prosegue, intanto, l'accidentato cammino di approvazione del trattato di libero commercio per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese). Il 14 ottobre la Dieta, riunita in una sessione ordinaria che terminerà a novembre ha cominciato ufficialmente la discussione che dovrebbe condurre, nelle intenzioni del premier Abe, ad una rapida approvazione dell'accordo. L'obiettivo della maggioranza è la ratifica del trattato prima delle elezioni presidenziali statunitensi (che si terranno l'otto novembre). Presi dalla campagna elettorale e desiderosi di non scontentare settori dei propri elettorati, sia il candidato repubblicano, Donald Trump, che la portabandiera democratica, Clinton, hanno espresso forti critiche sull'accordo (in particolare per i rischi connessi alla concorrenza che nel settore automobilistico potrebbe provenire da diverse nazioni asiatiche sottoscrittrici dell'accordo).

Sul fronte lavoro, il 14 ottobre, l'Ufficio del Lavoro di Tokyo e l'Ufficio Investigativo sulle Condizioni di Lavoro del distretto di Mita, hanno effettuato un'ispezione presso il gigante delle pubbliche relazioni Dentsu. L'ispezione è connessa al suicidio di una lavoratrice, avvenuto lo scorso dicembre, che si sospetta dovuto al fenomeno del superlavoro (designato in giapponese con il termine karoshi). L'Ufficio Investigativo aveva avanzato questa ipotesi già nella precedente ispezione avvenuta lo scorso 30 settembre.

Intanto proseguono le schermaglie diplomatiche tra Cina e Giappone sulle esplorazioni per la ricerca di gas effettuate dalla RPC in acque prossime a quelle nipponiche. Dopo la scoperta di due nuove piattaforme nel Mar Cinese Orientale è stata inviata da Tokyo una nota di protesta. “E' estremamente deplorevole che la Cina, nonostante diverse nostre proteste, stia portando avanti unilateralmente le proprie attività in una zona dove non è presente alcun confine marittimo” ha affermato il Portavoce del Governo, Suga.
Lapidaria la posizione espressa, lo scorso 13 ottobre, dal Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang: “tutte le nostre attività di estrazione di petrolio e gas si svolgono in acque poste sotto indiscutibile giurisdizione cinese e ricadono, dunque, completamente all'interno della sfera dei diritti sovrani della Cina e della propria giurisdizione”.

In politique politicienne, il premier Abe, solleticando la parte più nazionalista del proprio elettorato, ha chiesto che la Presidentessa del Partito Democratico, Renho Murata, renda pubblici i documenti concernenti la propria acquisizione della cittadinanza giapponese. Renho, il cui padre era taiwanese, avrebbe infatti mantenuto, in violazione della legge (che impone la scelta della cittadinanza entro il ventiduesimo anno) sia la cittadinanza taiwanese che quella nipponica per oltre trent'anni.

(con informazioni di fmprc.gov.cn; japantimes.co.jp; asahi.com; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Sabato, 15 Ottobre 2016 17:27
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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