Come aveva annunciato appena insediatosi, lo scorso 18 agosto il governatore della Prefettura di Kagoshima, l'anti-nuclearista Satoshi Mitazono, ha effettuato un'ispezione alla centrale di Satsumasendai. Il governatore ha auspicato lo spegnimento dell'impianto (alcuni spegnimenti per attività ordinarie di manutenzione e test di sicurezza avverranno da qui ad ottobre) e chiesto una revisione dei piani di evacuazione.
La centrale è stata la prima, e fino alla riattivazione di Takahama anche l'unica, centrale nucleare ad essere in funzione dopo lo stop precauzionale (ed i nuovi standard di sicurezza redatti dall'Agenzia Regolatrice) intervenuto a seguito della catastrofe del marzo del 2011.

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Continua il calo dei prezzi al consumo nel Sol Levante: secondo dati diffusi dall'Istituto Giapponese per le Politiche del Lavoro e della Formazione la contrazione, a giugno, è stata dello 0,5%. Si tratta di una sostanziale smentita della disinvolta politica monetaria attuata al fine di generare una crescita dell'inflazione.
La contestuale immobilità dei salari (per una media nazionale, a maggio, di 268.000 yen mensili) aiuta, nei fatti, a vanificare l'obiettivo.

Tra gli altri indicatori economici si registra una tenue crescita del PIL nei primi tre mesi di quest'anno (+0,6 rispetto al precedente trimestre che si chiuse in negativo) ed una leggera ripresa della produzione industriale, che era stata in calo per quasi tutto il 2015. Stabile, con un leggero attivo, la bilancia dei pagamenti.
Continua, intanto, la discesa del costo del lavoro: -3,3% tra gennaio e marzo rispetto al trimestre precedente (a sua volta in calo rispetto al terzo trimestre del 2015). In discesa, fortunatamente, anche il numero dei fallimenti (-7,40% a giugno rispetto al mese precedente) mentre una debole ripresa si registra nel settore edile (+2,3% a maggio ma crescita nel settore vi è stata durante tutto il 2016).
Ferma, al 3,2% in maggio, la disoccupazione ufficialmente registrata. Un -0,8% (pari ad una media di 426.000 yen) si registra, a maggio, nella media degli introiti delle famiglie (-4,4% il dato del reddito disponibile).

Al G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche Centrali, tenutosi nella città cinese di Chengdu il 23 e 24 luglio, il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha affermato che potrebbero essere messe in atto nuove politiche di quantitative easing con il fine di accrescere l'inflazione fino al tasso auspicato del 2%. “Noi esaminiamo sempre i fattori di rischio per l'economia ed i prezzi e prederemo misure aggiuntive di allentamento monetario se necessario al fine di realizzare l'obiettivo della stabilità dei prezzi” ha sostenuto, durante il summit, Kuroda, il quale, una volta rientrato in patria, è stato di parola, decidendo, venerdì scorso, un nuovo deprezzamento dello yen.
Accanto a questa politica, secondo fonti stampa, il premier Abe starebbe per lanciare un pacchetto di misure di stimolo alla crescita da ventisettemila miliardi di yen (pari a 255 miliardi di dollari).

La necessità di una crescita salariale come condizione imprescindibile per la crescita del Paese è stata messa in luce dall'Istituto di Ricerca del Movimento Operaio (Rodo-soken), il quale, lo scorso 20 luglio, ha pubblicato una propria ricerca nella quale si mostra come l'elevamento del salario minimo orario a 1.000 yen potrebbe portare una crescita della domanda interna pari a quasi duemila miliardi e mezzo ed un'espansione della produzione nazionale pari ad oltre quattromila miliardi e mezzo.
Secondo il think thank, legato al sindacato Zenroren, si creerebbero, inoltre, più di 249.000 posti di lavoro. Il ritorno fiscale si aggirerebbe ad oltre duecentoventiseimila miliardi di tasse nazionali e a quasi centocinquantamila miliardi di tasse locali.
Una crescita astronomica, secondo la ricerca, si avrebbe nel caso in cui il salario minimo fosse innalzato 1.500 yen. In tale ipotesi la domanda interna crescerebbe di oltre sedicimila miliardi ed il volume della produzione di poco più di trentamila miliardi. In uno scenario simile si genererebbero oltre 1.600.000 posti di lavoro.

In tema di politique politicienne, per la prima volta dal 1989, il Partito Liberal-Democratico, ha ottenuto, da solo, la maggioranza assoluta nella Camera alta. Questo risultato è stato raggiunto - dopo che le elezioni del 10 luglio erano andate più che bene per il PLD - con il passaggio del senatore Tatsuo Hirano nelle file conservatrici. Hirano, ex democratico, è stato ministro per la Gestione delle Catastrofi e poi ministro per la Ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 2011 nel governo Noda.

Ad Okinawa, intanto, il governo nazionale ha depositato una nuova causa giudiziaria (di tipo amministrativo), presso la Corte Distrettuale di Fukuoka, contro il governatore Takeshi Onaga. La causa, l'ennesima di questo tipo, è legata alla cancellazione delle autorizzazioni per i lavori preparatori necessari alla costruzione della nuova base statunitense di Henoko (Nago). “Ciò è lontano da quello che dovrebbe essere la democrazia”, è stato il commento a caldo del governatore, impegnato a Tokyo in una riunione del tavolo di confronto governo-Prefettura incaricato di trattare la questione.
“Il governo ha ottenuto le autorizzazioni per i lavori seguendo per anni le indicazioni della Prefettura” ha affermato il ministro della Difesa, Gen Nakatani, riferendosi alle autorizzazioni concesse, e non poteva essere altrimenti, dal precedente governatore della Prefettura: il liberal-democratico Nakaima.
Il 14 luglio, intanto, la Commissione Speciale per le Strategie Generali dell'Associazione Nazionale dei Governatori ha stabilito la creazione di un tavolo consultivo per progettare e proporre riduzioni delle servitù militari ad Okinawa.

Sul fronte nucleare, il neogovernatore della Prefettura di Kagoshima, l'esponente dell'opposizione Satoshi Mitazono, ha confermato che chiederà “tra la fine di agosto e l'inizio di settembre” alla Kyushu Electric Power di non attivare il proprio impianto di Satsumasendai. “Dato che i residenti della Prefettura sono in ansia a causa dei terremoti che hanno colpito Kumamoto, esorto vivamente la Kyushu Electric ad interrompere temporaneamente le operazioni dei reattori e dirigerò un'altra ispezione” ha affermato Mitazono.

Si è svolto, frattanto, il 20 e 21 luglio, a Tokyo, il congresso della Federazione Giapponese dei Sindacati dei Lavoratori dell'Informazione (Shimbun Roren). “I sindacati debbono lavorare come scudo contro le pressioni sui media” ha sostenuto il Presidente dell'organizzazione, Seigo Arasaki, nel proprio discorso di apertura, riferendosi alle affermazioni di alcuni parlamentari liberal-democratici nelle quali si esprimeva la volontà di “sopprimere” dei giornali, con posizioni antimilitariste, di Okinawa.

(con informazioni di Japan Press Weekly 20 – 26 lug. 2016; asahi.com; the-japan-news.com; japantoday.com; ryukyushimpo.jp; jil.go.jp)

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Tra giovedì e sabato, una serie di forti scosse (tra 6.5 e 7.3 della scala Richter) hanno colpito l'isola di Kyushu ed in particolare la Prefettura di Kumamoto, provocando, ad oggi, 48 morti e quasi 3.000 feriti. Il numero degli sfollati è, invece, prossimo a 100.000. Oltre 164.000 le abitazioni prive di energia elettrica, mentre sono circa 8.700 quelle, parzialmente o totalmente, distrutte. Fermi gli importanti stabilimenti presenti nell'isola (Honda, Nissan, Toyota, Sony e Mitsubishi).
Il 20 aprile, intanto, il governo ha deciso lo stanziamento di 2.300.000.000 yen per gestire l'emergenza. Non coinvolta negli eventi sismici la centrale nucleare di Satsumasendai, nel Kyushu meridionale, che è rimasta attiva. Per lo spegnimento precauzionale dell'impianto, si era subito attivato, mediante una richiesta al governo, il Partito Comunista.

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