In ambito militare, il Giappone, sarebbe virtualmente eliminato dalla valutazione concorrenziale bandita dal governo australiano per il rinnovo della propria flotta di sottomarini, a causa della propria inesperienza nel settore dell'export bellico. Quella bandita da Camberra è stata la prima gara internazionale, in tale ambito, cui ha partecipato un consorzio di imprese nipponiche (guidate da Mitsubishi Heavy Industries) dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Le limitazioni, spesso aggirate, alle esportazioni di armi, sono state quasi interamente rimosse dal governo Abe nell'estate del 2014. Alla maxi-commessa, da 50 miliardi di dollari australiani, sono interessate anche la tedesca ThyssenKrupp Marine Systems e la francese DCNS. Né Mitsubishi, né il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga, hanno rilasciato dichiarazioni per smentire od avvalorare le indiscrezioni.
Martedì scorso, si è comunque tenuta un'esercitazione militare congiunta tra la marina giapponese e quella australiana.
In politica internazionale non cessano le polemiche tra Tokyo e Pechino sulle contese isole Senkaku/Diaoyutai. Circa 750 documenti, che comproverebbero, da un punto di vista storico, la sovranità nipponica sulle isole, sono stati raccolti dal governo di Tokyo. “Anche se il Giappone ha tentato di tutto per trovare alcuni documenti, fuori contesto, a supporto, ciò non potrà mai cambiare il fatto che la Cina ha la sovranità sulle isole” ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri della RPC, Hua Chunying.
Un'altra nota ufficiale è stata emessa da Pechino dopo che, secondo fonti stampa, una nave della marina nipponica era stata inviata verso le isole al fine di far allontanare una nave cinese che transitava a meno di 12 miglia nautiche dalle isole.
I ministri degli Esteri di Tokyo e Mosca hanno, intanto, concordato, un incontro tra i due massimi rappresentanti dei rispettivi Paesi entro quest'anno. Le relazioni nippo-russe, che entrambe le parti vogliono rafforzare per quanto concerne la cooperazione economica, sono complicate dalle vicende ucraino-crimeane (Tokyo non ha riconosciuto l'annessione della penisola da parte di Mosca) e dalla rivendicazione territoriale, portata avanti (anche se un po' ritualmente) dal governo giapponese, sulle due isole Curili più prossime all'isola di Hokkaido.
Argomento principale del prossimo incontro al vertice tra i due Paesi sarà la conclusione di un trattato di pace che chiuda, da un punto di vista giuridico e diplomatico, le dispute territoriali nippo-russe. L'URSS non è, infatti, tra le nazioni che hanno sottoscritto il Trattato di San Francisco.
In ambito economico, mentre i dati sull'export continuano a calare (in gran parte a causa delle difficoltà dell'economia cinese), una grossa espansione ha visto protagonista il gigante della birra Asahi. Il gruppo giapponese ha acquistato dalla belga Anheuser-Busch InBev il marchio Peroni.
Cinque Prefetture (Aomori, Shiga, Wakayama, Kumamoto e Fukui) hanno, intanto, eseguito stime, indipendenti l'una dalla altra, circa l'effetto che il trattato di libero commercio per l'are del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese) avrebbe sul valore della produzione nazionale di riso. La perdita, per le cinque Prefetture, si assesterebbe ad un totale di oltre otto miliardi di yen.
(con informazioni di Japan Press Weekly ; japan.kantei.go.jp; xinhuanet.com; wsj.com; asahi.com)