Tanti “orizuru” (gru di carta) quante sono le nazioni che hanno boicottato il Gruppo di Lavoro per la stesura di un trattato ONU per il bando delle armi atomiche. E' questo il simbolo lasciato domenica scorsa dal sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, sui banchi, rimasti vuoti, delle potenze atomiche durante una delle sedute tenutesi nel Palazzo di Vetro di New York. I negoziati, partiti il 15 giugno, continueranno fino al 7 luglio. “I Paesi possessori di tali armi dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nella discussione” ha sostenuto Matsui, il quale si è però astenuto dal posare l'origami sul tavolo, anch'esso vuoto, della delegazione giapponese.
“Se il sindaco non ha messo l'orizuru sul tavolo del Giappone lo farò io” ha invece detto Toshiyuki Mimaki, uno dei sopravvissuti al bombardamento atomico del 1945. “Il Giappone dovrebbe prendere l'iniziativa per sradicare le armi atomiche in quanto è stato l'unico Paese ad esserne stato vittima durante una guerra” ha detto Mimaki.

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Importante attività diplomatica per i ministri di Esteri e Difesa del Sol Levante. Il 6 gennaio Kishida e Inada si sono riuniti - nell'ambito della terza sessione di consultazioni politico militari e della sesta sessione di dialogo strategico franco-nipponico - con i corrispettivi francesi, Jean-Marc Ayrault e Jean-Yves Le Drian, concordando una linea comune su molti dei temi di politica internazionale che interessano l'Asia.
Tra le molte frasi di circostanza (sulla minaccia terroristica, sul disarmo nucleare e sull'Accordo di Parigi sul clima) da parte francese si è confermata “la forte opposizione ad azioni unilaterali che accrescano le tensioni, come bonifiche o costruzione di avamposti così come il loro utilizzo a fini militari” nel Mar Cinese Meridionale (con un chiaro riferimento alle infrastrutture realizzate dalla RPC nelle isole Nasha).

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