Domenica, 02 Luglio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #192 – Proseguono, con l'assenza del Giappone, i lavori ONU per la messa al bando delle armi atomiche

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Tanti “orizuru” (gru di carta) quante sono le nazioni che hanno boicottato il Gruppo di Lavoro per la stesura di un trattato ONU per il bando delle armi atomiche. E' questo il simbolo lasciato domenica scorsa dal sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, sui banchi, rimasti vuoti, delle potenze atomiche durante una delle sedute tenutesi nel Palazzo di Vetro di New York. I negoziati, partiti il 15 giugno, continueranno fino al 7 luglio. “I Paesi possessori di tali armi dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nella discussione” ha sostenuto Matsui, il quale si è però astenuto dal posare l'origami sul tavolo, anch'esso vuoto, della delegazione giapponese.
“Se il sindaco non ha messo l'orizuru sul tavolo del Giappone lo farò io” ha invece detto Toshiyuki Mimaki, uno dei sopravvissuti al bombardamento atomico del 1945. “Il Giappone dovrebbe prendere l'iniziativa per sradicare le armi atomiche in quanto è stato l'unico Paese ad esserne stato vittima durante una guerra” ha detto Mimaki.

 

Sulla controversa proposta di modifica costituzionale il premier Abe ha dichiarato, durante un comizio a Kobe, che entro la fine del 2017 il Partito Liberal-Democratico presenterà la propria proposta. L'intenzione dei conservatori è di giungere al definitivo seppellimento del carattere pacifista della Carta entro il 2020.
Critiche sono arrivate da Hajime Funada, attualmente a capo della commissione interna al PLD per le modifiche costituzionali, il quale nella propria newsletter ha sostenuto che “l'idea di correre verso le modifiche costituzionali anche se nella Dieta le forze di pro-riforma rappresentano la maggioranza dei due terzi potrebbe suscitare una forte reazione da parte dell'opinione pubblica che sarà chiamata a pronunciarsi nel successivo referendum”. Mentre la fretta è condivisa da Shimomura, che intende ricercare “il consenso all'interno del partito entro novembre”.
“Perchè dare un calendario? Ogni sua mossa sembra voler in realtà nascondere lo scandalo del Kake Institution” ha commentato Yoshihiko Noda, Segretario Generale del Partito Democratico.
“Il premier non ha legalmente il diritto di affrontare il tema” per il Capo della Segreteria comunista Akira Koike.
Contrari alla modifica la quasi totalità dei giuristi nipponici che si sono schierati anche contro il disegno di legge volto a punire un numero sterminato di “crimini in potenza”: il cosiddetto conspiracy bill. Per una sua rapida abrogazione per manifesta incostituzionalità si adopererà la Federazione delle Associazioni Forensi.

In ambito economico cattive notizie per il produttore di airbag Takata. Il gruppo, colpito da un massiccio richiamo di dispositivi difettosi (che sarebbero la causa di 17 morti), ha accumulato passività per 1 miliardo e 700 milioni di yen. Avviate le procedure per danni tanto negli USA quanto in Giappone dai gruppi che hanno acquistato gli airbag (in primo luogo Honda e Toyota) nonché dalla National Highway Traffic Safety Administration statunitense.
Shigehisa Takada, Presidente della società è in procinto di dimettersi, mentre il gruppo (che ha oltre 50.000 dipendenti nel mondo), al termine della procedura di bancarotta dovrebbe essere acquistato da Key Safety Systems controllata dalla cinese Ningbo Joyson Electronic.
La società ha intanto negoziato un prestito da 25 miliardi di yen con Sumitomo Mitsui Banking Corporation.

Sembra invece sempre più oggetto di discussione nelle aule di tribunale che nel mercato azionario la vendita del settore chip di Toshiba che ha annunciato una richiesta di danni per 1,1 miliardi ai danni della società statunitense, con la quale ha in piedi una joint venture, Western Digital.

Anche in ambito fiscale emergono dati poco positivi: nel 2016, per la prima volta dal 2009, il totale delle entrate è stato in calo. L'anno scorso si sono infatti registrate entrate per 55.500 miliardi di yen contro i preventivati 57.600. Tra le cause del calo il relativo apprezzamento dello yen.

Nel commercio internazionale la politica di chiusura del governo Trump negli USA sta accelerando la definizione di una cornice tramite la quale giungere ad un accordo nippo-europeo. Venerdì scorso, a Tokyo, si è avuto l'incontro tra Cecilia Malmstrom e Phil Hogan (commissari UE rispettivamente al Commercio ed allo Sviluppo Rurale) ed il ministro degli Esteri nipponico Fumio Kishida. Tra gli argomenti discussi il contrasto maggiore si è avuto sulle tariffe doganali sul formaggio.
“Difenderemo con forza i nostri interessi” ha rimarcato il ministro dell'Agricoltura Yuji Yamamoto.

Nel contesto dei tesissimi rapporti con la Corea del Nord il Governo starebbe per dotare di missili aria-terra gli F-35 che andranno a sostituire gli F-4 attualmente in dotazione alle forze aeree nipponiche. I mezzi saranno dispiegati entro la fine dell'anno nella base di Misawa (Prefettura di Aomori). “So cosa hanno riportato i media ma il Ministero non sta conducendo quanto riportato. Nulla è stato previsto su tale questione nel bilancio di previsione per il 2018” ha smentito la ministra della Difesa. Avanza sempre più sul fronte della denuclearizzazione una road map comune (annunciata dal viceministro russo Morgulov) sino-russa mentre una collaborazione tra Sud e Nord annunciata da Seul in campo sanitario potrebbe contribuire a raffreddare il clima sul 53° parallelo.

La Ministra Inada la scorsa settimana è, frattanto, finita nell'occhio del ciclone per aver chiesto voti, durante un comizio per le amministrative di Tokyo, “a nome mio come ministro della Difesa, delle Forze di Autodifesa e del PLD”.
“Usare le FA per scopi politici implica che la ministra non abbia chiaro quale è il suo ruolo” ha commentato la Presidentessa del Partito Democratico Renho Murata. Quadrato intorno alla ministra, che si è scusata qualche giorno dopo precisando però che non intende minimamente rassegnare le dimissioni, è stato fatto dal governo.
Le dichiarazioni sono state “una manifestazione di arroganza e di poco giudizio” per la locale federazione del Nuovo Komeito, partito che in queste elezioni ha deciso di allearsi con la lista civica dell'attuale Governatrice Yuriko Koike.

Intanto nuove misure sono state varate dal governo per impedire a navi cargo di nazioni terze di portare in Corea del Nord materiali legati al programma missilistico o nucleare. Se una nave di un Paese terzo dovesse trasportare almeno uno degli oltre cento prodotti cui l'esportazione in RPDC è vietata ed è, per l'appunto, sospettata di recarsi, dopo aver fatto scalo in Giappone, in quel Paese, le merci potranno essere sequestrate dalla Guardia Costiera.

Nel contempo, per la prima volta da quando sono state approvate le nuovi leggi belliciste, un'unità delle forze di terra delle FA sarà impegnata nelle esercitazioni del Khaan Quest che si terranno in Mongolia dal 23 luglio al 5 agosto. In un contesto di continue provocazioni e riavvicinamenti è stato, fortunatamente confermato, l'incontro tra i tecnici dei rispettivi ministeri di Cina e Giappone volto a costruire un meccanismo che eviti pericolosi incidenti nelle aree contese tra i due giganti asiatici.

In patria, contro il completamento dei sei eliporti nella Northern Training Area a Takae, si è celebrato, lo scorso 26 giugno, il decimo anniversario dall'inizio delle proteste portate avanti dalle comunità di residenti. Presente all'iniziativa il parlamentare comunista, nativo di Naha, Seiken Akamine ed il poeta Arthur Binard. I costi a carico del Giappone per realizzare l'opera, destinata ai mezzi osprey, sono lievitati da 600 milioni a 9,4 miliardi di yen per l'attivista pacifista Tsuyoshi Kitaueda che ha denunciato come il governo Abe stia “buttando i soldi dei contribuenti”. Una presenza ingombrante ogni giorno quella delle forze nordamericane in Giappone: pochi giorni prima (a rivelarlo il Ministero della Difesa) un velivolo di stanza a Yokuta (Tokyo) ha perso un pezzo. L'incidente non ha, per fortuna, avuto conseguenze.

Sul fronte della povertà infantile dati in chiaroscuro arrivano dall'OCSE. Per la prima volta da 12 anni tale indice è in calo, secondo quanto reso noto dal Ministero del Welfar lo scorso 27 giugno, passando dal record del 16,3% del 2012 al 13,9% del 2015 (è cioè povero un bambino su sette). Il dato, frutto di una ricerca condotta tra giugno e luglio dello scorso anno su 34.000 famiglie, è comunque superiore alla media OCSE che è del 13,2%. Il Giappone è 24° sulle 36 nazioni oggetto dell'indagine e molto lontano da Danimarca (2,7%) e Repubblica di Corea (7,1%). Anche se in miglioramento (del 3,8%) l'indice di povertà tra le famiglie monogenitoriali supera il 50% (50,8 per la precisione).
La povertà totale è invece scesa dello 0,5% raggiungendo la cifra del 15,6%, dato che fa del Giappone il 29° Paese nella classifica OCSE.

La situazione delle bambini poveri e delle loro famiglie non è certo aiutata dal sistema welfare, ogni giorno sempre più compromesso. Secondo una ricerca condotta dalla Federazione dei Sindacati dei Lavoratori del Settore Sanitario (Iroren) quasi la metà (il 47,1%) dei lavoratori impiegati negli asili ospedalieri sono precari o assunti a tempo parziale e percepiscono una media salariale di 160.523 yen: 20.000 yen in meno dei loro colleghi a tempo indeterminato.
Pochi giorni prima la confederazione nazionale Zenroren, ribadendo la propria richiesta di un salario minimo orario di 1.500 yen, aveva sottolineato come introiti inferiori ai 240.000 yen all'anno conducono, di fatto, a non poter soddisfare i bisogni più elementari.

Novità giungono in merito allo scandalo del Kake Educational Institution: Hakubun Shimomura, ex ministro dell'Istruzione ed attualmente Segretario del PLD, ha negato lo scorso 29 giugno di aver ricevuto finanziamenti dall'istituzione scolastica privata smentendo quanto, pochi giorni prima, era emerso da un'inchiesta giornalista secondo la quale il Kake Institution aveva donato a Shimomura 2 milioni di yen (17.800 dollari). L'ex ministro ha affermato di aver ricevuto, nel 2013 e nel 2014, quella cifra in due tranches da un dirigente della struttura scolastica (che li avrebbe raccolti tra 11 diversi donatori) che li avrebbe consegnati a titolo personale.

In chiusura una notizia curiosa arriva dalla commissione, guidata dall'ex ministro degli Interni Hiroya Masuda, incaricata di esaminare i dati venuti fuori dalla ricerca condotta dal Ministero per la Terra, le Infrastrutture ed il Turismo. Di circa 41.000 chilometri quadrati di terra non è stato possibile risalire ai proprietari. Queste terre abbandonate sono spesso la conseguenza di successioni non registrate o di contense ereditarie irrisolte. Tra i dati più curiosi emersi dalla ricerca vi è un appezzamento di terreno di 119 metri quadrati a Iida (Prefettura di Nagano) che sarebbe di proprietà di 107 diversi soggetti. L'area, usata in epoca Meiji per scopi religiosi, era stata comprata nell'ottocento da 26 soggetti. Tra le terre i cui proprietari sono invece totalmente sconosciuti vi sono un 14% in area residenziale, un 18,5% terreni agricoli mentre il 25,7% è area boschiva. Tra le intenzioni del governo vi sarebbe quella di incamerare nel demanio le terre abbandonate (in genere perché poco produttive e portatrici unicamente di pesanti tasse).

(con informazioni di Japan Press Weekly 21 – 27 giu. 2017; fmprc.gov.cn; mod.go.jp; asahi.com; the-japan-news.com; mainichi.jp)

Ultima modifica il Sabato, 01 Luglio 2017 17:09
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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