Domenica, 15 Gennaio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #168 - Kishida tra incontri diplomatici in Francia e note di protesta sudcoreane

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Importante attività diplomatica per i ministri di Esteri e Difesa del Sol Levante. Il 6 gennaio Kishida e Inada si sono riuniti - nell'ambito della terza sessione di consultazioni politico militari e della sesta sessione di dialogo strategico franco-nipponico - con i corrispettivi francesi, Jean-Marc Ayrault e Jean-Yves Le Drian, concordando una linea comune su molti dei temi di politica internazionale che interessano l'Asia.
Tra le molte frasi di circostanza (sulla minaccia terroristica, sul disarmo nucleare e sull'Accordo di Parigi sul clima) da parte francese si è confermata “la forte opposizione ad azioni unilaterali che accrescano le tensioni, come bonifiche o costruzione di avamposti così come il loro utilizzo a fini militari” nel Mar Cinese Meridionale (con un chiaro riferimento alle infrastrutture realizzate dalla RPC nelle isole Nasha).

Nel comunicato congiunto si invitano le parti interessate al rispetto della Convenzione sul Diritto al Mare, della Dichiarazione sulla Condotta tra le Parti nel Mar Cinese Meridionale nonché la rapida stesura di un efficace Codice di Condotta per risolvere le controversie in quel mare.
Piena convergenza si è avuta anche sulla vicenda nordcoreana, argomento che interessa sempre più la Cina, in imbarazzo per una investigazione a carico di un'azienda cinese sospettata di aver fornito alla RPDC materiali atti a sviluppare il loro programma missilistico (rilanciato dal leader Kim in questi giorni).
Confermata anche la posizione dei due Paesi sul rispetto dell'integrità territoriale dell'Ucraina, frase più di circostanza che altro dati i costanti e crescenti rapporti economici che si stanno sviluppando tra Giappone e Federazione Russa.
Nel campo della difesa l'incontro ha posto le basi per un futuro accordo tra le due nazioni in termini di cooperazione tecnica e logistica salutando positivamente l'entrata in vigore, nel dicembre 2016 dell'accordo intergovernativo sul trasferimento di materiali e tecnologie per la sicurezza (ACSA in sigla) e giudizio positivo si è espresso per l'allargamento della cooperazione tra Giappone e NATO per la sicurezza marittima e cibernetica.

Lo stesso giorno, intanto, il Ministero degli Esteri della Corea del Sud ha emesso un comunicato di condanna per la decisione giapponese di richiamare in patria il proprio ambasciatore a Seul ed il Console Generale di Busan. “Il governo della Repubblica di Corea sottolinea ancora una volta che, nonostante le questioni problematiche che interessano le due nazioni, i due governi debbono, sulla base della fiducia reciproca, continuare i loro sforzi affinché avanzi la cooperazione bilaterale”. I due diplomatici sono tornati in Giappone il 9 gennaio.
Il monumento a ricordo del fenomeno di schiavitù sessuale praticato dalle truppe coloniali del Sol Levante nella penisola coreana era stato inizialmente rimosso dalle autorità di Seul e poi consentito dopo l'ennesima visita di Tomomi Inada allo Yasukuni shrine.
Dalla parte della Corea su questa specifica vicenda è da sempre la Cina: “il fenomeno delle comfort women è stato un odioso crimine contro l'umanità causato dal militarismo giapponese che durante la Seconda Guerra Mondiale ha reso vittime molte nazioni. Crediamo che sarebbe necessario che il Giappone rifletta sul perché questa pagina di storia non sia stata ancora girata” ha affermato nella conferenza stampa del 9 gennaio il Portavoce degli Esteri di Pechino, Lu Kang, per il quale i leader del Sol Levante dovrebbero esprimersi in maniera “sincera, credile ed onesta” nel trattare le vicende storiche.
Nella schizofrenia che caratterizza spesso i rapporti tra le nazioni in quell'area dal nove all'undici gennaio si è anche tenuto un tavolo di consultazioni tra Repubblica di Corea, Giappone e Cina sulla possibilità di stipulare un trattato di libero commercio tra i tre Paesi.

Proseguono intanto gli incontri organizzativi per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Lo scorso sabato Abe ha incontrato il presidente del comitato organizzatore, Yoshiro Mori, e mercoledì la Governatrice di Tokyo, Yuriko Koike. A far discutere sono in particolare 280 miliardi di yen di strutture temporanee che gli enti locali vorrebbero mettere in carico al governo nazionale. Il costo totale dei Giochi, secondo la stima formulata a fine 2016, dovrebbe essere compreso tra i 1.600 ed i 1.800 miliardi di yen.

Sul fronte lavoro, lo scorso 11 gennaio, l'Ufficio del Lavoro di Fujisawa ha iniziato una investigazione su Mitsubishi Electric per sospette violazioni della Legge sulle Condizioni di Lavoro. Il caso che ha fatto partire l'indagine riguarda molte ore di straordinario, oltre il limite stabilito dagli accordi sindacali, che sarebbero state effettuate da un lavoratore del centro ricerche dell'azienda nel 2014.
L'indagine, in sé una delle tante, è indice di una crescente attenzione per il problema degli eccessivi straordinari che interessano molti lavoratori nipponici, spesso con conseguenze gravi per la salute.

Una piccola vittoria è stata già ottenuta dalla federazione di Zenroren che raggruppa i lavoratori nei settori metalmeccanico, manifatturiero e dell'IT nell'azienda ISB Corporation di Tokyo. In fase di contrattazione, sulla base dell'articolo 36 della Legge sulle Condizioni di Lavoro, che demanda alla contrattazione di secondo livello la definizione del tetto al lavoro straordinario, l'organizzazione sindacale ha ottenuto la limitazione a 80 ore mensili dello stesso (rispetto alle 125 precedenti).
La mobilitazione dei lavoratori è stata incoraggiata dalla costituzione di una task force per combattere il fenomeno del superlavoro istituita negli Uffici del Lavoro di Tokyo ed Osaka sei mesi fa su pressione della senatrice comunista Yoshiko Kira.
“Nel settore dell'information technology l'eccessivo ricorso agli straordinari è una pratica comune a molte aziende. In tale situazione capisco che alcuni lavoratori dell'ISB possano considerare il taglio degli straordinari come uno svantaggio. Al fine di rispondere a questi lavoratori ed ottenere ulteriori riduzioni dello straordinario il governo dovrebbe introdurre misure che fissino un tetto al numero di lavorative”
ha affermato il responsabile locale del sindacato.

Battaglia in tribunale invece per i lavoratori precari delle poste. Dodici lavoratori iscritti al Sindacato dei Lavoratori del Settore Postale attendono una sentenza, per un'azione legale iniziata nel 2014, per chiedere uguale trattamento rispetto ai loro colleghi a tempo indeterminato. Nonostante vi siano poche differenze legate ai compiti ed agli orari di lavoro, tra le due categorie contrattuali sussistono differenze salariali (nell'ordine di 4.000-5.000 yen al giorno per il lavoro durante le festività per il nuovo anno non percepiti dai precari così come è prevista una minore indennità per i precari per le ore lavorate al mattino presto) e di trattamento (i lavoratori a tempo indeterminato del settore hanno diritto fino a 90 giorni di malattia pagata l'anno contro i 10, non pagata, dei precari). Un pronunciamento positivo avrebbe sicuramente importanti ripercussioni non soltanto per i lavoratori postali ma per tutti i 20 milioni di precari nipponici.
“Circa 190.000 precari lavorano nelle compagnie del gruppo Poste del Giappone. Senza di loro gli uffici postali non sarebbero in grado di operare nemmeno per un giorno. Questi lavoratori vestono la stessa divisa dei lavoratori a tempo indeterminato ed hanno le medesime responsabilità. E' essenziale che Poste del Giappone offra impieghi stabili a tutti i propri lavoratori. Solamente così la società potrà fornire servizi postali universali” ha affermato Naoe Himaki del Sindacato.

In ambito economico non si fanno attendere le risposte dell'industria automobilistica alle prese di posizione della prossima Amministrazione Trump. Il Presidente di Toyota, Akio Toyoda, ha annunciato lunedì scorso al salone dell'auto di Detroit, che la propria azienda investirà negli Stati Uniti 10 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. L'annuncio segue di un giorno la critica avanzata da Trump circa il piano di Toyota di realizzare un nuovo impianto in Messico.

Parziali correzioni di rotta dovrebbero arrivare anche nella annunciata riforma fiscale che sarà varata dal governo Abe quest'anno. Dopo le interrogazioni del senatore comunista Mikishi Daimon circa le pratiche di elusione fiscale messe in atto da diverse grosse aziende sia il ministro delle Finanze Taro Aso che il premier Abe hanno affermato che nella riforma vi sarà una modifica del livello di tassazione imposto per i profitti realizzati all'estero.
Stando alla legge attualmente in vigore le aziende con sede legale in Giappone debbono aggregare, al fine di calcolare l'imponibile, i profitti maturati da società con sede all'estero di cui hanno partecipazioni azionarie se il livello di tassazione di questi Paesi è inferiore del 20% rispetto a quanto applicato in Giappone. Tuttavia se le aziende madri controllano meno del 50% di tali società estere i profitti non vanno aggregati. Nella nuova riforma con ogni probabilità sarà inserito il principio del controllo effettivo della sussidiaria a prescindere dalla quota azionaria posseduta dalla azienda madre.

In politica, dopo la partecipazione dei quattro partiti dell'opposizione (democratici, comunisti, socialdemocratici e liberali) alla manifestazione del 7 gennaio presso la stazione Shinjuku di Tokyo promossa dal gruppo-ombrello Alleanza Civica e dopo la conferma della Presidentessa democratica Renho Murata ad una cooperazione elettorale “la più ampia possibile”, il Presidente del Partito Comunista ha affermato, durante la conferenza stampa per il nuovo anno del 4 gennaio, che il prossimo congresso del PCG (il 27°) “rappresenterà lo sviluppo dell'alleanza tra i partiti dell'opposizione ed i cittadini”.

(con informazioni di Japan Press Weekly 05 - 10 genn. 2017; fmprc.gov.cn; diplomatie.gouv.fr; mofa.go.kr; japantoday.com; the-japan-news.com; asahi.com)

Ultima modifica il Sabato, 14 Gennaio 2017 16:33
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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