Martedì, 06 Novembre 2018 00:00

Midterm negli USA sotto Trump

Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti sono un tradizionale appuntamento di verifica per la Casa Bianca. Assumono un particolare significato dopo l'inattesa vittoria di Trump.

Pubblicato in A Dieci Mani

Il Partito Democratico e la sinistra italiana: una lettura di fase

Corbyn: la rivoluzione dei privilegiati 

Dopo l’inattesa sconfitta elettorale laburista del 2015 Pat McFadden, allora responsabile degli affari europei nel governo ombra di Ed Miliband, disse: «Saremo sempre il popolo dei meno abbienti, ma dobbiamo essere più di questo ed essere il partito della famiglia che aspira al benessere [the aspirational family that wants to do well]. Dobbiamo parlare di creazione di ricchezza e non solo di distribuzione della ricchezza».[1]

Questa ricetta sembrerebbe essere stata contraddetta dal recupero del partito di Corbyn, passato dal 30% della precedente tornata al 40% del 2017, con un programma decisamente schierato per la distribuzione.

Pubblicato in Sinistre
Mercoledì, 16 Novembre 2016 00:00

Elezioni statunitensi: declino e stallo? (2)

Una domanda che per gran parte dell’estate e dell’autunno ha interrogato i commentatori della politica Usa è stata: Trump trascinerà a fondo con sé anche i candidati repubblicani al Congresso? È accaduto, come ora sappiamo, il contrario: Trump ha trainato dietro di sé anche candidati repubblicani dati per spacciati o comunque molto in pericolo (Johnson in Wisconsin, Toomey in Pennsylvania, Young in Indiana, Blunt in Missouri).

Pubblicato in Società
Giovedì, 10 Novembre 2016 00:00

Trump: su chi ha costruito la vittoria?

Le elezioni presidenziali 2008-2012-2016 presentavano alcune affinità con quelle 1932-1936-1940. Nella prima consultazione un Presidente democratico veniva eletto per reazione a una grave crisi economica prodotta sotto un’amministrazione repubblicana; il nuovo Presidente nel primo mandato provvedeva a invasive riforme finanziarie e sociali e veniva rieletto contro ogni aspettativa dei repubblicani, che lo consideravano un sovvertitore della libertà individuale. Infine, per il terzo mandato, il Presidente si ricandidava (Obama per interposta persona, non potendo farlo personalmente: ma il legame ereditario era chiaro) mentre il Partito repubblicano, piombato nel caos, nominava un imprenditore invece di un politico. Nel 1940 Roosevelt stravinse ancora; nel 2016, invece, ha vinto il fascismo.

Pubblicato in Internazionale

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