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Insistere sulla criticità delle teorie queer significa anche controbattere alla campagna contro la cosiddetta ideologia gender.
Il 19 ottobre negli spazi dell’ex Libreria delle Donne – adesso diventata Biblioteca Femminista – di via Fiesolana 2b, a Firenze, Lorenzo Bernini, professore associato di filosofia politica presso l’Università degli Studi di Verona, co-fondatore insieme ad Adriana Cavarero – e ora direttore – del Centro di ricerca PoliTeSse (Politiche e Teorie della Sessualità), ha presentato il suo ultimo libro, Teorie queer. Un’introduzione.
Teoria del gender e teorie queer
Nell’ambito dell’edizione Sei UniVersi, un ciclo di appuntamenti organizzato da Studenti LGBTI Unifi con la collaborazione di Gruppo Giovani Glbti* di Firenze e il sostegno del DSU Toscana, Lorenzo Bernini, professore di filosofia politica e sessuale presso l’Università degli Studi di Verona e direttore del Centro di Ricerca Politesse – Politiche e Teorie della sessualità – , ha parlato di "teoria del gender e teorie queer", questo l'argomento del suo intervento.
In tutta la società organizzata sulla riproduttività eterosessuale, la negatività di un sesso non riproduttivo viene caricata sulle spalle dei soggetti queer che non possono essere “redenti” da alcun fine riproduttivo, in particolare i rapporti anali, che suscitano disgusto perché rappresentano un’abdicazione del maschio alla sua virilità e alla sua sovranità. Quindi abbiamo, da una parte, i soggetti queer che cercano la propria “redenzione” nel riconoscimento dei diritti civili (matrimonio, adozione) e quindi l’inclusione nel modello di società liberale, dall’altra abbiamo queste teorie che invitano a restare ancorati alla propria specifica “negatività” che non può venire “redenta” dai diritti matrimoniali, civili e che non cerca l’assimilazione e l’integrazione in questo tipo di società, anzi “il valore della sessualità stessa è di umiliare la serietà degli sforzi di redimerla”1.
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