37 anni precario da sempre. Nato e vissuto nella periferia fiorentina ho un legame forte con la mia città. Impegnato nell’associazionismo sportivo, nel mondo del volontariato, mi sono avvicinato alla politica da giovanissimo con i movimenti studenteschi e all’età di 17 anni ho deciso di tesserarmi a Rifondazione Comunista, da allora collaboro attivamente con questo, convinto che esista un patrimonio enorme di donne e di uomini all’interno dei partiti e con loro costruire e portare avanti la “buona” politica. Da 4 anni sono Segretario provinciale e lavoro nella costruzione di una soggettività a sinistra capace di rappresentare le lavoratrici e i lavoratori.
La notizia della prossima uscita di una miniserie Tv sul calciatore Socrates ci riempie di piacere e di attesa, come fiorentini ed anche come militanti di sinistra.
Ci auguriamo che il regista e attore Mimmo Calopresti sappia rendere omaggio senza retorica ad uno sportivo straordinario, capace di conciliare la rivoluzione personale con quella collettiva grazie allo sport.
Era la stagione 1984/85 quando arriva a Firenze Socrates Sampajo de Souza Vieira de Oliveira, in breve Socrates. Qualcuno lo chiamò il “tacco di dio” per la sua bravura nello smarcare i compagni a colpi di tacco, ma un po’ anche per sfottere la “mano di dio” ovvero Maradona; ma per i fiorentini, ironici o maligni che si voglia, l’appellativo fu “il dottore del traccheggio”.
Metti un Gomez un giorno a Firenze e vedrai 25 mila persone che si mobilitano al solo scopo di intravederlo e incitarlo. Metti un Renzi alle primarie del PD e vedrai circa 30 mila persone che decidono di dargli il loro voto.
Il paragone è sicuramente azzardato e può sembrare mal combinato ma il fenomeno che i due fatti rivelano è lo stesso: la comprensione della società al tempo della comunicazione di massa e le dinamiche che l’attraversano.
Che la politica italiana sia in gran parte composta da inossidabili culi di piombo è fatto ormai evidente a tutti. Sono veramente troppi coloro che detengono il medesimo ruolo da anni.
Quello che meno appare è che l’occupazione di ogni spazio di potere non è limitato alla sola politica e non è prerogativa esclusiva delle vecchie generazioni. Basta guardarsi intorno per scoprire che sono centinaia i personaggi che occupano la stessa posizione di potere da anni. Ciò accade nel giornalismo come nell’università, nell’economia come nello sport.
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