Ciao capitano
Salgo le scalinate della stazione di Campo di Marte in una serata umida e piovosa appena uscito da lavoro.
Un percorso fatto tante volte, tantissime domeniche, verso la partita.
La mia più vecchia sciarpa ormai logora e consumata dai lavaggi, che tenevo in camera come cimelio di un abbonato allo stadio Artemio Franchi dal disastroso 2002.
La caduta dei giganti: maestri inglesi viola di rabbia
Lo aveva detto mister Pochettino prima della partita: “Giocheremo in un ambiente caldissimo. I tifosi della Fiorentina fanno paura”. Il timore del manager degli Spurs si è concretizzato al momento dell’entrata in campo della sua squadra per il riscaldamento, quando si sono ritrovati davanti una muraglia di sciarpe e bandiere viola che ha rumoreggiato intensamente per tutta la partita. Si parla troppo spesso di stadi vuoti, tifosi disinnamorati, ma la sera del 26 febbraio si è confermata l’esistenza di alcune eccezioni all’interno del calcio italiano oramai in crisi da troppo tempo.
La notizia della prossima uscita di una miniserie Tv sul calciatore Socrates ci riempie di piacere e di attesa, come fiorentini ed anche come militanti di sinistra.
Ci auguriamo che il regista e attore Mimmo Calopresti sappia rendere omaggio senza retorica ad uno sportivo straordinario, capace di conciliare la rivoluzione personale con quella collettiva grazie allo sport.
Era la stagione 1984/85 quando arriva a Firenze Socrates Sampajo de Souza Vieira de Oliveira, in breve Socrates. Qualcuno lo chiamò il “tacco di dio” per la sua bravura nello smarcare i compagni a colpi di tacco, ma un po’ anche per sfottere la “mano di dio” ovvero Maradona; ma per i fiorentini, ironici o maligni che si voglia, l’appellativo fu “il dottore del traccheggio”.
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