In vista dell'iniziativa di sabato 15 febbraio (clicca qui per l'evento Facebook),
vi proponiamo un'intervista a Carlo Formenti uscita su uno dei nostri numeri cartacei
1) Sei stato tra i primi a utilizzare la definizione di “quinto stato”, ormai molti anni fa…
In effetti ho la responsabilità di aver lanciato il termine in Italia, quando, con alcuni giovani amici, misi in piedi un sito che si chiamava appunto Quinto Stato. Con quel termine mi riferivo ai nuovi strati di classe emersi con la Nuova Economia, gli stessi che altri chiamavano classe creativa, classe hacker o lavoratori della conoscenza. Sostanzialmente si trattava dei tecnici che operavano nella produzione di hardware e software, con un forte riferimento alla
Intervista a Roberto Ciccarelli pubblicata all'interno del numero cartaceo 3 de Il Becco (clicca qui per scaricare il pdf).
Ciccarelli è autore del libro Il Quinto Stato (clicca qui) e La furia dei cervelli
1) In un contesto socio economico profondamente mutato rispetto alla cornice novecentesca secondo quali elementi possiamo definire oggi un lavoratore/una lavoratrice?
Noi lo definiamo come il soggetto che compie un'attività operosa. Oggi più che mai il lavoratore non è più identificabile nella persona giuridica che detiene uno status, un contratto. Il lavoratore non è quindi
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