Quel referendum tradito.
Sono passati ormai molti anni da quel Giugno 2011, è passata tanta acqua sotto i ponti (tanto per rimanere in tema), quel principio d’estate stava avendo risvolti importanti, e qui le canzoni tormentone non c’entrano. Era l’estate dei Referendum, quei quattro si che sancirono una schiacciante vittoria del paese contro privati e politiche privatistiche.
Gli elettori chiamati al voto erano 47 milioni, le proposte erano 4 e la vittoria del SI avrebbe abrogato le “proposte” governative. Sulla scheda grigia si votava per grigio l’abrogazione delle norme che dovevano consentire la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare. Su quella rossa sulle modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. La verde riguardava poi l’abrogazione del “berlusconiano” legittimo impedimento, legge totalmente antidemocratica. Infine la gialla, la quale nascondeva (come ad esempio il quesito sul nucleare) una sottile ma fortissima e rivendicata battaglia sociale: in sostanza proponeva di esprimere un giudizio favorevole (votando no) o contrario (votando ancora una volta si) alla privatizzazione dell’acqua.
Elogio dell'acqua: Silvia Stucky. L'acqua è senza io.
Il 22 aprile del 2015 si è inaugurata, presso lo Studio “Arte fuori centro” di Roma (via Ercole Bombelli, 22), la terza mostra della rassegna Acque, a cura di Laura Turco Liveri. Ad essere presentata è stata un’installazione di Silvia Stucky, dal titolo L’acqua è senza io, realizzata appositamente per gli spazi della galleria. Silvia Stucky è da sempre un’artista interessata alla legittima rivendicazione del soddisfacimento dei diritti umani, all’uguaglianza presupposto di giustizia, al rispetto della natura e alle problematiche multiculturali. In questa ottica, l’acqua è oggi – ed è stata in un passato anche recente – al centro, anche simbolico, delle lotte per il rispetto e la tutela dell’ambiente.
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