Martedì, 05 Maggio 2015 00:00

Elogio dell’acqua: Silvia Stucky.

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Elogio dell'acqua: Silvia Stucky. L'acqua è senza io.

Il 22 aprile del 2015 si è inaugurata, presso lo Studio “Arte fuori centro” di Roma (via Ercole Bombelli, 22), la terza mostra della rassegna Acque, a cura di Laura Turco Liveri. Ad essere presentata è stata un’installazione di Silvia Stucky, dal titolo L’acqua è senza io, realizzata appositamente per gli spazi della galleria. Silvia Stucky è da sempre un’artista interessata alla legittima rivendicazione del soddisfacimento dei diritti umani, all’uguaglianza presupposto di giustizia, al rispetto della natura e alle problematiche multiculturali. In questa ottica, l’acqua è oggi – ed è stata in un passato anche recente – al centro, anche simbolico, delle lotte per il rispetto e la tutela dell’ambiente.

Con la pittura, con il video e la fotografia questa artista, nel pieno della sua maturità consapevole, valorizza i particolari delle cose e i legami che intercorrono fra di essi.
Nella narrazione di Silvia Stucky, dalle piccole cose si arriva a capire quelle grandi e l’insieme delle relazione che intercorre fra di esse. All’interno di questo orizzonte, il “senza io” è uno sguardo, che liberato dalle angosce di un individualismo che oggi assume forme stucchevoli e arroganti, consente di percepire l’inevitabile interdipendenza di tutti i fenomeni. Comprendere la inseparabilità del tutto, dell’uno, dell’universo, della sostanza forse ci aiuterà a non distruggere il pianeta. In questo senso, l’arte di Silvia e la vita sono legate e la bellezza non è più un ornamento ma l’aspetto fondativo principale di un percorso di autocoscienza e di autogoverno. L’acqua senza io è il titolo dell’installazione composta da un dittico di due grandi carte dipinto con colori ad acqua. A terra è collocato un semicerchio di piccoli sassi. Quest’ultimo elemento rinvia ai Karesansui e cioè a piccoli giardini secchi giapponesi.

Questi ultimi rappresentano simbolicamente paesaggi entro i quali l’acqua prende la forma di piccole distese di sassi, dalle quali a tratti emergono piccole isole fatte a loro volta di sassi. L’ulteriore elemento pittorico dell’installazione si distende prendendo la forma di fiori di loto (il loto è il fiore dell’acqua ma anche della purezza), motivo classico dell’iconografia cinese, che si stagliano su un bianco accecante. Si concretizzano, quindi, due modalità di evocare l’acqua con materiali diversi: i sassi e l’acquerello che non a caso è un colore ad acqua. L’intervento di Silvia Stucky è una tappa importante di un progetto pluriennale dal titolo Il colore dell’acqua, firmato da Laura Turco Liveri. La rassegna Acque comprende quattro personali di artiste contemporanee: Patrizia Dottori, Isabella Nurigiani, Silvia Stucky e Cloti Ricciardi.

Essa offre una visione sintetica dell’opera di ciascuna di queste artiste, le quali sono libere, secondo la propria indole e i propri linguaggi, di esprimere la propria idea poetica sull’acqua, non a caso ritenuta da Talete (filosofo presocratico) elemento primario e fondativo. Lo spazio della galleria viene dedicato a ciascuna di queste artiste per tre settimane, mentre il catalogo, presentato nell’ultima tappa espositiva dedicata a Cloti Ricciardi (Maggio 2015), riunirà di nuovo le quattro artiste che saranno presentate con testi critici, immagini e interviste della curatrice.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Maggio 2015 21:59
Roberto Gramiccia

Scrittore, critico d’arte, giornalista, medico nasce a Roma dove vive e lavora. Si è diviso fra responsabilità e incarichi apicali di tipo sanitario e un’attività giornalistica, di studio e letteraria inerente temi artistici e umanistici in senso lato. Specialista in Medicina interna e Geriatria e Gerontologia, è stato per più di dieci anni direttore sanitario di una Struttura complessa, maturando una particolare esperienza nell’ambito delle problematiche relative alla studio, alla cura e all’assistenza nell’universo della fragilità. Questa sua esperienza fonda le sue riflessioni sul rapporto che esiste fra sofferenza umana e creatività ed è ala base di una sua originale teoria della fragilità. 

Ha collaborato con numerose riviste. Per oltre dodici anni ha scritto di arte, di cultura e di medicina (centinaia di recensioni e di profili d’artista) su un quotidiano nazionale. Gli interessi artistico-letterari e quelli sanitari hanno da sempre rappresentato per lui due facce di un’unica medaglia.

È autore di numerose pubblicazioni.

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