Dalla sanità pubblica alla salute individuale: la proliferazione dello stile di vita salutare

Michelle Obama che illustra il suo modo “green” e “light” di fare la pasta con la pentola a pressione, Ségolène Royal che critica la nutella per essere fatta con l’olio di palma. Son solo due esempi recenti di come l’alimentazione sia diventata un questione politica di primaria importanza. Se da una parte si affermano anche sul livello del decision-making questioni macroeconomiche e geopolitiche di vasta portata che attengono all’impatto degli OGM, al ruolo delle multinazionali del cibo, alla sostenibilità del sistema dell’industria alimentare, passando per il cibo biologico e per il commercio equo e solidale, dall’altra parte molto spesso la governance del cibo attiene molto più ai problemi individuali della “corretta” alimentazione, del mangiare in maniera sana ed equilibrata evitando calorie e grassi piuttosto che a quelli collettivi e sistemici.

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Non se la sono sentita gli americani di far vincere a Robert Kenner il premio come miglior documentario. Lo hanno candidato ma non hanno voluto far risaltare troppo il suo nome. Perché quello che la sua opera dice bisognava tenerlo sotto silenzio. Le multinazionali alimentari non avrebbero avuto delle buone “recensioni”. E visto che gli Oscar sono finanziati anche dalla loro pubblicità, stop.

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