Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine di Danowski e Viveiros de Castro (di seguito, “gli Autori”1), per i tipi di Nottetempo, è dichiaratamente più un saggio politico, che si vuole inserire nel filone emergente delle riflessioni sull'Antropocene, che un lavoro scientifico, come gli autori dichiarano nella nota 25 a pagina 62.
In questo articolo, quindi, cercheremo di concentrarci sugli aspetti più strettamente politici, lasciando gli aspetti scientifici a margine. Dobbiamo però da subito confessare una difficoltà non irrilevante: nel testo antropologia, filosofia e politica sono strettamente collegate e messe a confronto, e quindi non sempre è possibile (o legittimo) separarle criticamente.
Le razze umane non esistono
Tra il luglio e l’agosto 1938 appariva, in varie edizioni tra cui il primo numero della rivista La difesa della Razza curata tra gli altri da Giorgio Almirante, il Manifesto degli scienziati razzisti, anche detto Manifesto della razza, sottoscritto da dieci scienziati. Sulla scorta di questa base teorica, entro il novembre successivo sarebbero stati promulgati i regi decreti legge comunemente noti come leggi razziali. Ad ottant’anni da una delle pagine più buie della storia del Paese, miti di “razza” sono ancora accampati nell’immaginario italiano, tra dichiarato razzismo, subdola xenofobia e, immancabilmente, narrazioni pseudoscientifiche.
Fosse che non leggono, il problema – Come la destra si è impadronita della cultura popolare
È notizia degli ultimi giorni, ed ha scatenato un piccolo vespaio negli ambienti intellettuali, la dichiarazione della sottosegretaria ai beni culturali, Lucia Borgonzoni, secondo cui non leggerebbe un libro da tre anni. Tra i censori più accaniti, la scrittrice Michela Murgia propone un aperto riferimento ad una citazione di Umberto Eco, “che cos’è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?”. Umberto Eco aveva ragione, ma probabilmente non nel senso in cui sta venendo interpretato dagli intellettuali italiani, la cui reazione si ferma ad un livello di analisi assolutamente superficiale, che non permette di comprendere cosa stia accadendo in un’Italia posizionata in larga maggioranza su posizioni politiche populiste ed anti-intellettuali.
I nonluoghi venti anni dopo: Augè e la preistoria della società planetaria
Mai come oggi la questione dello spazio diventa un tema politico e sociale di fondamentale importanza. Più il luogo viene annullato dalle tecnologie della telecomunicazione e dei trasporti, più si sente il bisogno di riappropriarsene. È in gioco una continua battaglia per lo spazio che divide chi il territorio può abitarlo e costruirvi progetti di vita e chi dal territorio deve fuggire a causa di guerre, malattie, persecuzioni politiche, catastrofi naturali. Il conflitto moderno è per l’accesso al luogo dove si possa immaginare un futuro, un accesso però spesso negato, in nome di timori irrazionali o di slogan propagandistici che fanno leva sulla paura. Per gli ultimi del mondo, per gli sconfitti della globalizzazione, le frontiere diventano così barriere invalicabili che definiscono una geografia globale della marginalità la cui drammaticità emerge in tutta la sua irruenza emotiva di fronte al moltiplicarsi di desolanti campi profughi o alle sempre più frequenti tragedie che si consumano al largo delle coste di Lampedusa.
Di Mutilazioni Genitali Femminili e Stereotipi: un invito a decentrare il nostro sguardo etnocentrico
Il sei febbraio è stata la giornata internazionale dedicata alla lotta e alla prevenzione dell’infibulazione e delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF); per quest’occasione sono state organizzate numerose iniziative, sia a livello locale che internazionale, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema, portando molti media ad interessarsi a questo fenomeno.
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