Tempo rubato. Sulle tracce di una rivoluzione possibile tra vita, lavoro e società
Presentazione del libro Tempo rubato (Imprimatur editore, 2018) con l’autore Simone Fana, Maccelli Francesco (dottorando Università degli Studi di Firenze), Maurizio Brotini (Segretario Cgil Toscana), Angela Lobascio (sociologa).
Introduce e coordina Piergiorgio Desantis, rivista e associazione Il Becco.
Leggere l’ultimo libro di Vera Pegna (Autobiografia del Novecento. Storia di una donna che ha attraversato la Storia, Il Saggiatore, 2018) è stato davvero emozionante e appassionante. Quest’ultimi non sono degli aggettivi scelti a caso ma sono i tratti comuni a tutta la vita dell’autrice. L’emozione e la passione dunque.
In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)
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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.
Quando l’Arci è destinata a parlare da sola
È bastata un’iniziativa, una delle tante che i cosiddetti “circolini” ospitano ogni giorno, per far accendere la miccia dell’intolleranza e dell’odio razziale. Perché in questo caso non si doveva trattare di un’innocua serata di ballo liscio o di un torneo di burraco, ma di una serata "per i Rom", al circolo Arci di San Bartolo a Cintoia, per permettere ad Italiani e Rom di conoscersi e instaurare, recitava il manifesto, “una civile convivenza”.
In nome del decoro, nelle città neo-liberali (I)
Lunedì 9 luglio, nell’ambito della festa Settembre Rosso al parco di Serravalle a Empoli, si è tenuto un dibattito di alto livello, dal titolo “Dentro le città neoliberiste: la politica degli spazi urbani”, su una questione di imprescindibile importanza, ovvero quella del territorio, dello spazio urbano e di come questo sia cambiato e stia ulteriormente cambiando in nome di politiche e logiche sempre più improntate alla mercificazione, la “turistificazione” delle aree e all’aziendalizzazione.
Volere giustizia per Duccio Dini e voler aprire i porti si può
In queste ore a Firenze si intrecciano due vicende, una locale, l'altra nazionale: da una parte lo sgomento e la condanna generale per la morte di Duccio Dini, vittima collaterale di una lite tra due residenti nel campo nomadi del Poderaccio, dall'altra la decisione del neo ministro degli Interni Matteo Salvini di bloccare gli arrivi degli extracomunitari, negando loro l'aiuto dell'Italia. Le due vicende rischiano, con la loro concomitanza, di non permettere una sufficiente lucidità all'opinione pubblica.
Da un grande Partito derivano grandi responsabilità. Renzi e la dirigenza del PD le hanno tradite tutte.
C’era una volta un amichevole PD di quartiere. Presente nei circoli, attento ai problemi principali degli abitanti e in buoni rapporti con i suoi vicini, che su molte cose la pensavano diversamente ma dialogavano sui temi e proposte in comune. La situazione di oggi nei quartieri è completamente diversa: oggi abbiamo, come a Firenze nel Quartiere 1, alcuni servili eletti che parlano come i cattivi che il PD, una volta, combatteva.
Avere 16 anni ed essere fascisti
Cuori fascisti battono anche a Firenze. Nella zona di piazza San Jacopino, in via Fontana, da qualche anno ormai, ha aperto una sede CasaPound, di fronte alla scuola media Verdi. La risposta per fortuna non è mancata e la sera di questo mercoledì 11 aprile l’istituto ha avuto il coraggio di tenere un’iniziativa pubblica di denuncia della galassia neofascista. Nel capoluogo toscano, durante la campagna elettorale di inizio 2018, si era accesa la polemica attorno a un altro preside (del Marco Polo), la cui scelta era stata di organizzare un confronto tra le liste candidate, compresa quella della tartaruga littoria.
Per un antirazzismo di classe
Il razzismo è un fatto economico. L’altro ci inorridisce e spaventa perché non rientra nelle classi dominanti e non rispetta, certo non per una sua volontà quanto per la nostra colpa di sostenitori del capitalismo, le regole sacre del mercato.
Ponte Vespucci, razzismo o non razzismo... questo è il dilemma!
Firenze: tranquilla mattina post-elettorale.
Un uomo esce di casa coll'intenzione di suicidarsi.
Cambia idea, e decide di far fuoco "a caso" sulla folla.
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