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Insistere sulla criticità delle teorie queer significa anche controbattere alla campagna contro la cosiddetta ideologia gender.
Il 19 ottobre negli spazi dell’ex Libreria delle Donne – adesso diventata Biblioteca Femminista – di via Fiesolana 2b, a Firenze, Lorenzo Bernini, professore associato di filosofia politica presso l’Università degli Studi di Verona, co-fondatore insieme ad Adriana Cavarero – e ora direttore – del Centro di ricerca PoliTeSse (Politiche e Teorie della Sessualità), ha presentato il suo ultimo libro, Teorie queer. Un’introduzione.
In tutta la società organizzata sulla riproduttività eterosessuale, la negatività di un sesso non riproduttivo viene caricata sulle spalle dei soggetti queer che non possono essere “redenti” da alcun fine riproduttivo, in particolare i rapporti anali, che suscitano disgusto perché rappresentano un’abdicazione del maschio alla sua virilità e alla sua sovranità. Quindi abbiamo, da una parte, i soggetti queer che cercano la propria “redenzione” nel riconoscimento dei diritti civili (matrimonio, adozione) e quindi l’inclusione nel modello di società liberale, dall’altra abbiamo queste teorie che invitano a restare ancorati alla propria specifica “negatività” che non può venire “redenta” dai diritti matrimoniali, civili e che non cerca l’assimilazione e l’integrazione in questo tipo di società, anzi “il valore della sessualità stessa è di umiliare la serietà degli sforzi di redimerla”1.
Apocalissi queer
Venerdì 01 luglio presso il Polo scientifico di Novoli Lorenzo Bernini, ricercatore di filosofia politica presso l’Università degli Studi di Verona ha presentato il suo libro, “Apocalisse queer. Elementi di teoria antisociale”. Il libro, uscito in realtà nel 2013 è stato riproposto perché in tre anni molte cose sono cambiate per quanto concerne la comunità LGBTQI: tre fatti, tra i tanti, di determinante importanza, ovvero, l’approvazione delle unioni civili, la campagna anti-gender – che in Italia ha avuto risonanza solo dopo il 2013, anno di approvazione della legge contro l’omofobia (decreto Scalfarotto) – e la recente drammatica strage di Orlando. “Apocalisse queer”, come introduce la professoressa Silvia Rodeschini (che insegna storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Firenze), costituisce una grande novità nel filone delle teorie queer e si inserisce nel dibattito che vede come uno degli obiettivi polemici la teoria della performatività del genere di
Toscana Pride: in 30000 in piazza, con orgoglio, per i diritti di tutti
Il Pride è finalmente approdato anche a Firenze. All'interno dell'Onda Pride che di anno in anno vede il moltiplicarsi delle manifestazioni dell'orgoglio lgbti su tutto il territorio nazionale, anche Firenze ha avuto per la prima volta il suo Pride.
Complice il fatto che da diversi anni un vero e proprio Pride nazionale non viene organizzato né a Roma (dove si è svolta la settimana scorsa l'ormai consueta parata capitolina dallo slogan “Chi non si accontenta LOTTA”) né in nessun'altra città italiana, a Firenze è stato organizzato il Toscana Pride.
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