Quando un territorio rischia di “scomparire”: il caso SAT
Nella secolare guerra tra l’interesse privatistico (troppo spesso) delle cosiddette grandi opere e l’interesse collettivo rispetto ad un territorio e alle sue risorse utilizzabili nella sostenibilità più totale da chi quel territorio lo abita, da un po’ di anni possiamo sicuramente ascrivere una nuova conflittualità.
Un settore territoriale ampio, che abbraccia un area abbastanza estesa di circa 242 Km da Civitavecchia a Livorno.
I lavori per l’“ammodernamento” di questa antica via litoranea sono stati affidati alla SAT; Società Autostrada Tirrenica S.p.A. una società costituita nel 1968 a cui è stata per l’appunto affidata in concessione dallo Stato la costruzione e la gestione dell’Autostrada Livorno – Civitavecchia A 12.
Cause e concause che negli anni hanno portato alla nascita di un progetto simile, contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini che in quei 240 km abitano. I problemi interni al progetti sono tanti, soprattutto quando si parla di grandi opere da costi elevati e forse non giustificati a dovere.
Nella interminabile partita a scacchi sull’autostrada tirrenica, le associazioni ambientaliste battono il ferro finché è caldo. A Festambiente presentano un nuovo documento, teso a dimostrare l’insostenibilità, anche economica, della grande opera. In direzione ostinata e contraria rispetto a un governo che in parlamento, per bocca del ministro Lupi, ha confermato l’impegno a trovare risorse pubbliche nello “Sblocca Italia” per dare gambe al maxi progetto. In ballo ci sono ben 270 milioni di euro chiesti dalla concessionaria Sat (Società autostrade toscane), che lamenta crescenti difficoltà, e però non ancora trovati dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi. “A questo punto – lancia l’idea il patròn di Festambiente, Angelo Gentili — se finanziamento pubblico deve essere, questo serva per mettere in sicurezza e adeguare l’Aurelia da Ansedonia a Grosseto sud”.
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