Settimana iniziata con un terremoto di magnitudo 6.1 che ha colpito il 9 aprile la Prefettura di Shimane nell'isola di Honshu. Cinque i feriti mentre 100 sono stati gli sfollati. Nessun danno alla centrale nucleare di Shimane. Danni ai beni culturali, in particolare al tempio di Sahimeyama, sono stati segnalati dall'amministrazione comunale di Oda.
Non vedo contraddizione nell’essere stati tutti Charlie Hebdo e nell’essersi indignati per le vignette satiriche sul terremoto. Al di là che trovi abbastanza retorico e anche ipocrita “l’essere questo e quest’altro”, dato che, o lo si fa per qualsiasi vittima nel mondo, o non ha senso farlo selezionandone alcune, credo che la partecipazione emotiva per quello che avvenne ai giornalisti della redazione satirica avesse un significato molto forte, giusto e sentito: difendere il diritto ad esprimersi, il diritto alla libertà di parola, di opinione, di pensiero, di critica e, anche, di satira. Forse, a ripensarci meglio, proprio per questo, in quel caso, il “je suis Charlie” aveva già più senso di tutti gli altri “je suis” che si sono succeduti ad ogni strage (occidentale), perché in quel caso Charlie era il simbolo di un’entità, di un valore universale che va al di là delle singole vittime, ovvero la libertà di espressione, che non ha nazionalità né sesso né colore, ma che appartiene, o dovrebbe appartenere, al mondo intero e che il mondo intero dovrebbe rivendicare, quindi in quel caso, davvero tutti, potevamo essere Charlie, se a Charlie diamo quel significato astratto.
Sono tristi, sono terribilmente tristi, le immagini che le televisioni ed il web fanno rimbalzare agli occhi ed alla mente in questi giorni. Tre paesi distrutti, un numero di morti incredibilmente alto e che continua a salire. Vite, storie, futuro, oggetti, fotografie, di tanti spezzate così... in un fiat.
E poi le polemiche che arrivano, in un epoca di comunicazione iperveloce, anche troppo presto. Qualche giornalista, che fa poco onore alla categoria, che cerca le lacrime o l'umiliazione di qualcuno con una coperta indosso, per il tg dell'una o delle venti.
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