Sono nato a Pisa il 25 aprile del 1992. Finito il liceo mi sono iscritto al corso di storia dell’Università di Pisa e attualmente sono all’ultimo anno della triennale. Sono un forte sostenitore della salvaguardia ambientale e dei diritti degli animali. Delle persone mi interessa ciò che fanno, per capire come tutti possono “uscire dalla minorità”. Non sono iscritto a nessun partito e di questa libertà vado fiero, perché mi permette di scegliere caso per caso e di essere indipendente.
Al liceo, assieme ad altri amici, ho fondato il giornalino della scuola: “il ribelle”.
Considero lo sport un aspetto importante della vita quanto la lettura dei romanzi, infatti è una delle mie passioni (ma non tanto come spettatore), come la storia della musica e le mie tre chitarre.
Caratteristica della nostra rivista è il confronto tra punti di vista anche profondamente diversi tra loro. Sulla crisi Ucraina abbiamo già pubblicato un articolo e con stasera diamo spazio ad un'altra visione, diversa ma ugualmente utile al dibattito.
Il 21 novembre, dopo il rifiuto dell’ex presidente Yanukovich all’adesione dell’accordo di associazione con la UE (che prevedeva l’abolizione delle frontiere, anche doganali, e degli aiuti) a favore di un accordo con la Russia di Putin, la maggioranza del popolo Ucraino è sceso in piazza per protestare.
All’alba del secondo dopo guerra il nazionalismo sfegatato, con le sue brame di conquista, era finito e anzi, iniziava a nascere il nuovo internazionalismo pacifista. Fu proprio su queste basi che il 9 maggio 1950 Robert Schumann lesse la sua dichiarazione su una Europa unita, dando inizio a quel processo ancora in atto di costruzione di una entità nuova, basata su una prima unione economica e successivamente anche politica.
Da qualche anno a questa parte Pisa è soggetta a riqualificazioni del suo spazio: gran parte del centro è stato ripavimentato, sono state restaurate le mura, risistemate le aiuole del centro, il Palazzo Blu ha iniziato a fare delle mostre annuali con pittori conosciuti dal grande pubblico.
Ma queste sono solo opere di facciata: difatti i vari restauri comprendono solo quella zona della città più frequentata dai pisani e dai turisti. Ciò è dovuto ad una visione del patrimonio storico-culturale incentrato esclusivamente sul Duomo e la torre, che attira un turismo di massa estremamente deleterio e non così proficuo dal punto di vista economico, perché la maggioranza dei turisti non si ferma neanche a dormire, ma parte subito per Firenze dopo aver visitato la piazza dei miracoli.
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