Di sentenze Tar, supernomine e magre figure
La settimana appena trascorsa ha vissuto dei momenti, che definire particolari risulta, ai più, un esercizio di puro eufemismo. La vicenda è arcinota: il Tar del Lazio ha praticamente revocato la nomina di alcuni dei superdirettori vincitori dell’ultima procedura concorsuale, anche se successivamente tramite la manovrina sembrerebbe che si sia trovato il rimedio legislativo tramite una diversa interpretazione della norma di 16 anni fa. È stato inserito un comma aggiunto in discussione in Commissione Bilancio all’art. 22 della manovra, il numero 7bis, che dovrebbe superare la sentenza del tribunale amministrativo del Lazio
S.O.S. Beni culturali
L’assemblea di Bologna: lavoro, diritti e riconoscimento
La splendida sala dell’Ulisse, luogo pregevolissimo del celebre Museo di palazzo Poggi a Bologna è stata la cornice ideale per l’assemblea nazionale (tenutasi Domenica scorsa) della campagna, nata ormai da un anno e mezzo, denominata “Mi Riconosci. Sono un professionista dei beni culturali”. Una giornata veramente importante per quel che riguarda l’intero panorama dei beni culturali del nostro Paese, settore troppo strategico per essere abbandonato a un destino crudele (e beffardo).
Innumerevoli le presenze registrate: liberi professionisti, studenti, funzionari ministeriali, accademici ed esponenti politici (Claudia Pratelli per la segreteria di Sinistra Italiana e Andrea Maestri deputato di Possibile), a testimonianza della voglia di rilancio che attraversa l’intero “movimento” travalicando di per sé le categorizzazioni che hanno da sempre caratterizzato l’intero comparto.
Se ci privano del patrimonio artistico
Nei momenti di più cupo sconforto bisogna attaccarsi alle buone notizie e trarne l’energia per resistere e se possibile contrattaccare. Buone notizie sono oggi per me due nuovi libri che presentano fortissime consonanze. Parlo di Se Venezia muore di Salvatore Settis, di cui ho già recentemente scritto, e di Privati del patrimonio di Tomaso Montanari, due piccoli testi preziosi, editi entrambi da Einaudi nella stessa collana. Perché le considero due buone notizie? Perché in un tempo in cui la vulgata iperliberista sembra diventata un mantra indiscutibile, e la scarnificazione dello Stato democratico, la soppressione dei diritti, la banalizzazione della cultura si impongono come gli strumenti da scasso di un potere che in Italia ha assunto le sembianze poco rassicuranti di Matteo Renzi, il patrimonio di saggezza, competenza, amore per la nostra Costituzione e coraggio anticonformistico espresso dagli autori in queste due opere è come una una luce nel buio, una buona novella.
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