Mercoledì, 19 Aprile 2017 00:00

S.O.S. Beni culturali

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S.O.S. Beni culturali
L’assemblea di Bologna: lavoro, diritti e riconoscimento

La splendida sala dell’Ulisse, luogo pregevolissimo del celebre Museo di palazzo Poggi a Bologna è stata la cornice ideale per l’assemblea nazionale (tenutasi Domenica scorsa) della campagna, nata ormai da un anno e mezzo, denominata “Mi Riconosci. Sono un professionista dei beni culturali”. Una giornata veramente importante per quel che riguarda l’intero panorama dei beni culturali del nostro Paese, settore troppo strategico per essere abbandonato a un destino crudele (e beffardo).
Innumerevoli le presenze registrate: liberi professionisti, studenti, funzionari ministeriali, accademici ed esponenti politici (Claudia Pratelli per la segreteria di Sinistra Italiana e Andrea Maestri deputato di Possibile), a testimonianza della voglia di rilancio che attraversa l’intero “movimento” travalicando di per sé le categorizzazioni che hanno da sempre caratterizzato l’intero comparto.

La giornata si è sviluppata secondo un filone logico e funzionale: in mattinata, dopo i consueti saluti degli organizzatori, i partecipanti si sono divisi a seconda dei singoli tavoli di lavoro presenti: il primo dedicato alla formazione, il quale ha sviluppato un’interessante valutazione degli attuali corsi di studio del settore, ragionando anche sul futuro dei corsi post-lauream e la loro importanza per il futuro della categoria, il secondo tavolo guardava da vicino il MiBACT e il suo relativo “funzionamento” odierno. Forte è stata la critica verso l’utilizzo sconsiderato del volontariato sostitutivo, e rispetto allo svilimento del ruolo delle Soprintendenze stesse, nello scacchiere Italia.
Il terzo tavolo è stato interamente dedicato alle libere professioni e al loro sviluppo futuro. Chiaramente l’attenzione, anche in questo caso ha riguardato la sovrapposizione del volontariato al professionismo puro, ma non solo, andando a toccare poi con mano tutte le criticità che riguardano il mondo dei freelance di settore; il tutto relativo anche alla mancata approvazione dei famosi decreti attuativi della Legge 110/2014.

Nel complesso quindi una discussione divisa in tavoli, proficua e interessante che si è esplicitata nella plenaria pomeridiana dove, tra le altre cose, è stata proposta una giornata di mobilitazione nazionale da realizzare sui territori e da effettuare presso luoghi simbolici della cultura italiana, con esposizione di striscioni o cartelloni reclamanti tutele, diritti, lavoro e giusto compenso per i lavoratori e le lavoratrici dei beni culturali.

La cosa più interessante emersa risiede proprio in una voglia di riscatto e unitarietà della categoria che, è giusto sottolinearlo, sembrava persa. Il divide et impera che ormai sui luoghi di lavoro genera il più classico dei tutti contro tutti, è sembrato d’un colpo svanito al primo caldo bolognese. L’auspicio è che tutto quello che la giornata bolognese ha riservato non sia un fuoco di paglia, ma il preambolo vero verso una ritrovata coesione sociale che possa generare quel cambiamento per un intero settore, fondamentale per lo Stato. La strada da fare sarà certamente lunghissima, ma le premesse verso una lotta degna e proficua ci sono tutte; l’idea è proprio quella di cancellare dalla storia determinate forme di neoschiavismo quotidiano, basta pensare allo scabroso caso della Biblioteca Centrale di Roma emerso pochi giorni fa (leggi qui) dove uomini e donne risultavano “retribuiti” a scontrini; ultima frontiera nel mondo del lavoro.
Assetati di cultura, volonterosi di (ri)scrivere una storia diversa; eccoli i professionisti e le professioniste dei beni culturali. Speriamo che tutto questo costituisca avanguardia, ne gioveremmo tutti.

Ultima modifica il Martedì, 18 Aprile 2017 10:20
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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