Giovedì, 13 Novembre 2014 00:00

Psychic thoughts, Klam e Leave the Planet al Max Pub di Firenze

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Serata a tema al Max Pub di Firenze, con tre gruppi che si muovono all’interno di simili coordinate artistiche. Per quanto in declino, il capoluogo toscano ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la new wave che sta vivendo un lungo revival di quei suoni e di quelle suggestioni che hanno caratterizzato gli anni Ottanta. È proprio questo genere a unire tre gruppi provenienti da tre zone geografiche distinte: gli Psychic thoughts sono pistoiesi, i Klam pisani mentre i Leave the Planet vengono da Londra. 

L’arredamento casereccio e informale della stanzina del Max, adibita a palco, restituisce l’approccio vivido e sanguigno che caratterizza il concerto da pub, onorando un modo diretto e viscerale di vivere la musica.

Aprono i giovani Psychic Thoughts con il loro post punk ruvido e tagliente, con evidenti debiti nei confronti dello shoegaze più oscuro. Trionfa la sezione ritmica che produce ritmi marziali e ossessivi,  epilettici eppure ballabili. L’approccio live è grezzo e monolitico, la voce è ridotta all’eco di un lamento in lontananza. Uno dei chitarristi ha il taglio di capelli  che avevano i Cure agli esordi, ma le influenze vengono più dai Joy Division e dai Jesus and Mary Chain. Promettenti.

Più articolato il suono dei Klam che sembrano sviluppare uno stile proprio pescando dalle più disparate influenze: l’ambient dark dei Lycia, il gothic industriale degli Have a Nice Life, l’indie rock sbilenco di Sunset Rubdown o Besnard lakes, il revival wave di Chapelclub e S.C.U.M. Synth e drum machine creano atmosfere plumbee e spettrali, ma la voce ricrea quella fisicità che altrimenti andrebbe persa, uno fisicità comunque asimmetrica e scomposta. Non troppo chiacchieroni, ci tengono comunque a ricordarci ironicamente che vengono “da un brutto posto”, quasi a voler giustificare quel senso di inquietudine che la loro musica ispira. I Klam sono un’ottima realtà che meriterebbe più attenzione.

Il gran finale è affidato al gruppo internazionale della serata, i Leave the Planet, capitanato dalla giovane Nathalie Bruno. Oltre ai Galaxy 500, che hanno scritto la canzone da cui deriva il nome della band, l’amore per il dream pop richiama anche agli Slowdive e Lush. Il pop sporco in stile Talulah Gosh e Orchids restituisce un approccio spartano e genuino ma mai improvvisato. L’estetica del riverbero si accompagna a un gusto melodico raffinato ed elegante, dando autorevolezza a un progetto davvero interessante e ambizioso.  Il potenziale è grande.

Totalmente gratuiti, gli eventi live del MAX sono perfetti per essere usufruiti anche durante la settimana, dato che generalmente iniziano presto e finiscono rigorosamente prima di mezzanotte. Si tratta ovviamente anche di un ottimo spazio a disposizione di gruppi emergenti e underground per farsi conoscere.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Novembre 2014 12:32
Alessandro Zabban

Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.

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