Questa band si differenzia dagli altri gruppi del panorama alternativo italiano, grazie alla sua capacità di riuscire a combinare atmosfere ruvide, sconnesse e occulte con testi campionati ad hoc. I loro brani sono nevrotici, oscuri, a tratti angoscianti, a tratti liberatori, mentre una vitalità inaspettata pare emergere fra i varchi di una drammaticità diffusa e sospesa.
Le loro sonorità spaziano dal noise al metal più pesanti, il tutto accompagnato da monologhi e dialoghi tratti da principalmente da film (da Pasolini a Petri) o presi dagli archivi storici dell’Italia che fu. Il risultato è una paradossale ma sprezzante descrizione critica, per chi riesce a coglierla, della società odierna. Come quest’ultima, anche la loro musica è frammentata e sconnessa. Il messaggio è affidato al metadiscorso: le idee non sono espresse in scontati slogan, ma emergono nel contrasto tra il suono e la parola, in maniera irriverente e a tratti ironica. L’estetica si fonda sul rovesciamento del senso e sulla confusione fra significato (il messaggio critico) e significante (le voci preregistrate).
Il concerto si è rivelato una piacevole sorpresa, in quanto è dal vivo che i Fuzz Orchestra riescono a dare il meglio di loro. Si è trattato di un susseguirsi quasi ininterrotto di brani, che insieme hanno plasmato un manifesto politico nel quale musica e testi si sono uniti in un tutt’uno, col risultato di produrre un flusso continuo di sensazioni ed emozioni.
Va in particolare ricordata la canzone conclusiva del concerto, che è quella che dà il titolo al loro ultimo lavoro, “morire per la patria”. Questo brano è, nonostante il titolo, un inno pacifista: il testo (ripreso da “uomini contro”, film di Volonté del 1970) apparentemente un elogio al militarismo, viene però accompagnato da riff incalzanti che creano un’atmosfera tutt’altro che tranquillizzante. La ripetizione e l’enfasi sulla frase “è bello morire per la patria” sovrastata da un sound virulento e angusto, riesce a far comprendere l’insensatezza di questo gesto, lasciando al pubblico una sensazione di ambiguità e un retrogusto di amarezza.
Unica pecca: il loro live è durato poco più di mezz’ora (45 minuti circa).
Immagine ripresa liberamente dalla pagina Facebook del gruppo