Ma rispetto all'esordio, su questo nuovo album si cerca di stemperare la vena ossessiva, il culto della ripetizione, il gusto dei tempi lenti, la monolitica piattezza post punk, per dare maggiore sfoggio di ritmi ariosi e aperti: nel prevalere di suoni chitarristici, si fanno più marcate le suggestioni shoegaze (il finale in crescendo di "How") e l'estetica post-rock ("Doing The Right Thing"). A dispetto insomma di un crogiolarsi in un perpetuo grigiore, qua si scoprono brillanti cambi di ritmo (la dichiarazione di intenti della bella "New Ways", l'incanto dream pop di "To Belong"), deliziose e vibranti melodie twee pop midtempo ("Fossa" su terreni Sambassadeur e Allo Darling), tappeti percussivi da cantautorato indie rock ("No Care").
Siamo sui terreni di un rock alternativo d'autore che funziona (benissimo, peraltro) più per sottrazione che per aggiunte: ci possiamo ritrovare la patina pop degli xx senza la loro verve sensuale, il malinconico lirismo dei National senza la loro immediatezza, il post rock degli Slint senza i loro virtuosismi, Lisa Germano senza i suoi avanguardismi. Ecco allora che la suggestione sta proprio in questo costante incedere tormentoso, che sa essere intimo e distante allo stesso tempo.
Ancora una volta a stupire è la dolente bellezza delle melodie, l'infinita eleganza e leggerezza di un rock ibrido dal suadente effetto atmosferico, notturno, invernale, sfuggente su cui la Tonra riversa tutta la sua composta angoscia: storie d'amore finite, relazioni spezzate, lutti strazianti, sono le immagini ricorrenti di un songwriting malinconico, lucido e complesso.
I Daughter sono l'ennesima scommessa vinta dalla prestigiosa etichetta indipendente 4AD, che ci ha visto lungo nel mettere il gruppo sotto contratto già nel 2012. Questo "Not to Disappear", è la conferma che la loro proposta artistica non solo si mantiene su ottimi livelli qualitativi, ma che ha anche il potenziale per superarsi.
Voto: 7/10