Il ritorno della mummia (nello sgabuzzino del museo)
Tutti noi, almeno una volta, abbiamo visitato un museo. Tutti noi abbiamo familiarità con l'immagine mentale di serie di stanze e corridoi pieni di teche di vetro dentro le quali sono custoditi reperti di vario genere, provenienti dall'antichità o dal medioevo: spesso pietra e ceramica, talvolta metallo, in casi eccezionalmente fortunati legno e tessuto. E siccome molti musei in Europa hanno anche una, per quanto piccola, sezione egizia, è probabile che molti di noi, nel visitare un museo, si siano a un certo punto ritrovati nella stessa stanza con una mummia.
Palazzo Massimo, sede del Museo Nazionale Romano ubicato nei pressi della stazione Termini, ospita un suggestivo percorso museale dal titolo “Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito”, a cura di Rita Paris ed Elisabetta Setari, visitabile fino al primo giugno.
Più di cento i reperti archeologici esposti, tra cui elementi decorativi architettonici, mosaici, pareti tombali dipinte, vasellame, statue e statuette, tre tele (un quadro fiammingo raffigurante Medusa, “Creta” di Alberto Savinio e “Perseo libera Andromeda” del Cavalier d’Arpino), antefisse con volto di Sileni e Gorgoni, bassorilievi, protomi a forma di creature fantastiche, unguentari a forma di sirena, ceramiche decorate. I preziosi oggetti appartengono alla cultura greca, italica, romana ed etrusca e provengono dai musei di Atene, Vienna, Los Angeles, Berlino, Basilea e New York.
“Un'idea di bellezza”. Questo è il titolo che è stato dato alla mostra di arte contemporanea inaugurata giovedì 28 marzo, alla strozzina di palazzo Strozzi e che raccoglie le opere di otto artisti contemporanei – Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller, Alicja Kwade, Jean Luc Mylayne, Isabel Rocamora, Anri Sala, Wilhelm Sansnal – che hanno cercato di dar colore o voce, o o forma a quella che può essere oggi l'esperienza della bellezza? Si può ancora parlare di bellezza? Che cos'è il bello?
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