Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.
Sono stati ritrovati morti, domenica scorsa, i sette marinai statunitensi del cacciatorpediniere USS Fitzgerald vittima di un incidente con una portacontainer filippina il 17 giugno scorso. I sette si trovavano ancora a bordo della nave. Nella dichiarazione ufficiale rilasciata dal viceammiraglio Aucoin della settima flotta di stanza nel porto giapponese di Yakosuka si è espressa gratitudine per il lavoro di ricerca ed assistenza prestato dalla Marina e dalla Guardia Costiera nipponica. Ancora da accertare le cause del grave incidente. Il 23 giugno le forze USA, dopo un iniziale rifiuto a collaborare, hanno fornito alle autorità nipponiche materiale utile ad individuare le responsabilità dell'incidente. “Dall'analisi dei dati dovremmo essere in grado di determinare le circostanze della collisione” ha dichiarato Katsunori Takahashi, portavoce del Tavolo per la Sicurezza nei Trasporti.
2.963.889: sono le firme ottenute da Nihon Hidankyo in calce al proprio appello per un trattato che metta al bando le armi atomiche. L'appello e le relative firme saranno inviate al Gruppo di Lavoro ONU che ha iniziato le proprie riunioni il 15 giugno.
Assente dalla discussione proprio il Giappone che ha scelto di allinearsi alla posizione di boicottaggio messa in atto dagli Stati Uniti e dalle altre potenze atomiche.
Sempre in ambito nucleare, ma questa volta civile, buone notizie per i lavoratori dell'Agenzia Atomica vittime la scorsa settimana di un incidente durante dei controlli a contenitori di materiale radioattivo: l'Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche non avrebbe rilevato plutonio nei polmoni delle persone esposte a contaminazione.
Il 13 giugno, intanto, la Corte Distrettuale di Saga ha rigettato un ricorso collettivo volto a ritardare la riattivazione dei reattori 3 e 4 della centrale di Genkai della Kyushu Electic. Il gruppo, composto da 202 cittadini residenti in 17 diverse prefetture, farà ricorso all'Alta Corte di Fukuoka.
Puccini e Montaldo, chiude con questi due nomi, garanzia di qualità, la stagione lirica del Carlo Felice. La Turandot (in replica fino al 21) - già rappresentata numerose volte a Genova e numerose volte con la regia del maestro genovese - è un capolavoro completissimo a dispetto dei tanti sofismi su una sua incompiutezza che pur materialmente verificatasi (a causa del cancro alla gola che divorò Puccini prima della stesura definitiva realizzata dall'allievo Franco Alfano) non ha inciso in maniera tale da stravolgerne l'essenza della storia (discutere poi sulla qualità dello svolgimento del libretto è altro affare).
Traspare comunque tutto l'impegno di Puccini nella ricerca dell'oriente misterioso e violento e la sofferta sperimentazione di un suono che restituisca relamente un pezzo della Cina antica (persino un carillon fornì l'ispirazione al maestro toscano) rispolverata però con qualcosa che è già novecento: è già cinema, movimento, trionfo di fiati, potenti insiemi.
Nonostante il ruolo chiave della Cina (riconosciuto dall'intera comunità internazionale) sulla complessa vicenda coreana il Giappone non rinuncia a stuzzicare il potente vicino intromettendosi, per l'ennesima volta, nelle rivendicazioni territoriali che vedono la Repubblica Popolare contrapposta a Filippine e Vietnam. Intervenendo all'Asia Security Summit, lo scorso 3 giugno, la ministra della Difesa nipponica Tomomi Inada ha sostenuto che “nel Mar Cinese Meridionale ed in quello Orientale continuiamo a testimoniare tentativi non provocati ed unilaterali volti ad alterare lo status quo e che si basano su asserzioni incompatibili con le norme internazionali vigenti”. Inada ha denunciato anche “periodiche incursioni in acque territoriali giapponesi” aggiungendo che occorra lavorare per un mondo nel quale “nessuna nazione abbia la possibilità di crescere e prosperare con paura, coercizione o intimidazione”.
La ministra è stata spalleggiata dal Segretario alla Difesa USA Jim Mattis il quale ha ribadito che la collaborazione USA-Cina volta a far interrompere lo sviluppo del programma missilistico e nucleare nordcoreano non mette in discussione la posizione, anticinese nei fatti, degli USA sulle isole contese nei mari meridionali ed orientali. “Lavoriamo insieme alla Cina perché quello nordcoreano è un problema anche per loro” ha sottolineato Mattis con la consueta spocchia che caratterizza il personaggio ribadendo che gli Stati Uniti “si oppongono alla militarizzazione di isole artificiali ed all'imposizione di eccessive rivendicazioni marittime”.
Il G7 di Taormina si è concluso con una scontata condanna del programma missilistico nordcoreano che ha subito ricevuto come risposta l'ennesimo test da parte delle forze armate di Kim Jong Un. Lunedì scorso, alle 5,40 ora di Tokyo, secondo quanto riferito dallo Stato Maggiore sudcoreano e dal Ministero della Difesa giapponese, la Corea del Nord avrebbe effettuato un lancio di un missile balistico (uno Scud secondo la stampa internazionale) dalla città costiera di Wonsan. Il missile avrebbe percorso circa 400 chilometri prima di cadere nel Mar del Giappone (e in ZEE di Tokyo).
Nuovo lancio missilistico ad inizio settimana condotto dalla Corea del Nord. Il lancio è avvenuto dalla base di Pukchang, a nord di Pyongyang, domenica 21 maggio alle ore 16,59 ora locale ed il razzo avrebbe percorso 500 chilometri. Secondo quanto riferito dallo Stato Maggiore sudcoreano il missile sarebbe un medio raggio Pukguksong-2.
La data sembra non essere casuale visto che lo stesso giorno è avvenuta la nomina del nuovo governo sudcoreano del neoeletto Moon ed il giorno precedente la portaelicotteri nipponica Izumo, in un lungo processo di proiezione all'estero della marina del Sol Levante, era arrivata in Vietnam per esercitazioni congiunte. “Sicurezza e diplomazia sono due facce della stessa medaglia. Nell'ambito dell'attuale crisi provocata dalle costanti provocazioni della Corea del Nord il ruolo della diplomazia in termini di sicurezza nazionale è più importante che nel passato” aveva dichiarato Moon presentando il nuovo esecutivo.
Settimana iniziata con l'ennesima prova di forza nordcoreana. Il 14 maggio, secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa di Tokyo, la RPDC ha effettuato il lancio di un missile balistico in direzione est-nordest dalla base di Kusong alle 5,28 ora di Tokyo. Il missile avrebbe percorso circa 800 chilometri (in 30 minuti) prima di cadere nel Mar del Giappone (e con ogni probabilità in Zona Economica Esclusiva nipponica) a circa 400 chilometri dalle coste della Corea del Nord.
I nordcoreani “sembrano aver raggiunto un certo grado di progresso nei missili balistici” ha detto il Segretario Generale del Gabinetto di Tokyo, Yoshihide Suga, smentendo, nei fatti, l'ipotesi di un ennesimo lancio fallito o fatto fallire.
Amore, potere e un trascinante sentimento religioso: sono queste le chiavi della Maria Stuarda, andata in scena ieri sera (repliche fino al 24 maggio) per la prima assoluta a Genova.
Opera poco fortunata all'epoca della scrittura (prodotto, su soggetto di Schiller, del debuttante calabrese Giuseppe Bardari al suo primo ed unico libretto) esprime bene il complesso lavoro di tessitura che Donizetti ha costruito intorno alle figure regali: forti, spietate a volte, eppure fragili.
Il premier intende spingere la discussione parlamentare per la tanto inseguita riforma della Costituzione che, nelle intenzioni dei conservatori, dovrebbe vedere la luce entro il 2020. “Come leader del Partito Liberal-Democratico ho ritenuto di dire chiaramente la mia opinione sul quando ed evitare così un dibattito infinito” ha affermato Abe lo scorso lunedì durante una seduta della Commissione Bilancio della Camera bassa.
Più della metà degli insegnati delle scuole elementari sono esposti ai rischi del superlavoro. A denunciare questa situazione è stato lo scorso 28 aprile una ricerca dello stesso Ministero dell'Istruzione che ha rilevato come il 57,7% di questa categoria di docenti effettui più di venti ore di straordinario a settimana (per un totale di ore lavorate pari a 57 ore e 25 minuti settimanali) mentre per circa il 33,5% degli insegnanti delle scuole medie inferiori il numero di ore lavorate raggiunge e supera le 63 a settimana (la legge raccomanda per gli insegnanti un massimo di 40). La ricerca è stata condotta, tra ottobre e novembre 2016, su circa 20.000 docenti di 400 diverse scuole.
Il superlavoro è uno dei più grandi problemi che affligge il lavoro nel Sol Levante. Un caso di morte “da straordinario” (karoshi è il termine utilizzato in Giappone per designare il fenomeno) è stato riconosciuto venerdì scorso dall'Ufficio del Lavoro della Prefettura di Yamaguchi. Tomomi Saito, lavoratrice di Hofu, è deceduta per infarto nel novembre 2015 dopo sei mesi di lavoro quasi continuativo (durante tutto il periodo in oggetto ha usufruito unicamente di quattro giorni di pausa). Le ore di straordinario mensile effettuate dalla donna superavano le 70 al mese.
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