Nata a Cagliari, vive a Firenze. Laureata all'Università di Firenze con una tesi sul «Pensiero olistico e la Medicina Tradizionale Cinese». Il campo d'interesse coltivato in ambito professionale è quello sulla salute studiando, sviluppando e approfondendo arti, tecniche, sistemi della promozione della salute, cercando di creare un punto di vista che parta dalla salute piuttosto che dalla malattia sia per il 'corpo individuale' come naturopata, che per il 'corpo sociale' come politica militante in associazioni e collaborando nella segretria del Gruppo Consiliare della Regione Toscana Federazione della Sinistra / Verdi, agli assessorati Protezione Civile, Risorse idriche e Parchi e alla Cultura e Turismo. Da qui nasce anche l'interesse e lo studio sull'utilizzo della voce come strumento di propriocezione e riconoscimento del sé individuale e sociale. Fa politica cantando in diverse formazioni. Attualmente impegnata nello spettacolo 'Mangiare, Bere, Dormire. Storie di badanti e badati' con Leonardo Brizzi e Daniela Morozzi. E' tra le fondatrici delle MusiQuorum, gruppo di donne di sinistra trasversale a partiti movimenti e associazioni con un repertorio dedicato alle donne, al lavoro, alla migrazione, alla laicità, alla pace. E' stata membro della Commissione Regionale di Bioetica della Regione Toscana.
In principio era il paternalismo medico, pian piano diventò compliance e un bel giorno fu finalmente alleanza terapeutica.
Di cosa parlo? Di quel rapporto fondamentale tra curante e paziente. Un rapporto in evoluzione che ha visto modificarsi una relazione di sudditanza in relazione paritetica. Ci sono voluti secoli.
Tra l'utile e il futile c'è di mezzo il voto. E tra i voto e il non voto c'è di mezzo una classe politica che anche in campagna elettorale ha le armi del dialogo con il paese spuntate! È come se l'idea di parlare di sé, del proprio progetto, di come si intende attuarlo, per poi arrivare all'invito corretto e diretto 'vota me!', non sfiorasse i contendenti.
Se il mondo trema per una danza collettiva è possibile cambiare.
Il 14 febbraio 2013 le prime a danzare contro la violenza sono state le donne in Papua Nuova Guinea. Poi la danza ha attraversato l’Australia, l’Asia, l’Africa, l’Europa e l' America del Nord e del Sud. Ragazze, bambine, donne di ogni età, estrazione sociale, professione, tutte insieme per dire 'Stop the Violence', 'La violenza finisce ora' danzando sulle note di “Break the chain”.
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