Lunedì, 22 Maggio 2017 00:00

Obbligo, governo e vaccini

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In principio era il paternalismo medico, pian piano diventò compliance e un bel giorno fu finalmente alleanza terapeutica.

Di cosa parlo? Di quel rapporto fondamentale tra curante e paziente. Un rapporto in evoluzione che ha visto modificarsi una relazione di sudditanza in relazione paritetica. Ci sono voluti secoli. 

Con il provvedimento del Governo sul nuovo obbligo vaccinale annunciato del 19 maggio 2017 è possibile un balzo all’indietro di qualche secolo.

Innalzare l’obbligo vaccinale a 16 anni e a 12 vaccini per contrastare la possibilità all’evasione di 4 non ci riporta solo al paternalismo medico ma a un più pericoloso paternalismo di stato. Ci costringe a riflettere sul ruolo del Governo. Su cosa significhi proporre uno strumento di cura collettiva o imporlo.   

C’era bisogno di un decreto così coercitivo? Che da 4 portasse l’obbligo a 12? Fino a tutto l’arco della scuola dell’obbligo ovvero 16 anni? Che stabilisse più aspre pene pecuniarie? Dico più aspre perché erano già previste come era previsto l’obbligo. Ma qui pare che il governo abbia voluto fare di più: obbligare, fare paura, fare la voce grossa. Risulterà più credibile un governo che impone, rispetto a un governo che per l’appunto governa?

In Toscana la riflessione sull’obbligo vaccinale in realtà è molto più evoluta rispetto a ciò che leggiamo nel comunicato del Governo (qui).  

Proprio la Toscana, che con la delibera 369/2006 introduce il dissenso informato per governare l’inadempienza vaccinale, dimostra che il calo della copertura è pressoché inesistente: 95% per gli obbligatori, 90% per i facoltativi i numeri relativi al 2015. La Regione Toscana si è data uno strumento di governo del dissenso che funziona. Il governo del dissenso nasce dalla riflessione etica sul consenso informato. Mi avvarrò quindi di un documento pubblico per argomentare la mia contrarietà al decreto ministeriale: Le linee guida per il consenso informato alle vaccinazioni della Regione Toscana. 

Considerando la popolazione senziente, quello che l’amministrazione pubblica va a cercare è una complicità attraverso una corretta informazione

Da Linee guida per il consenso informato alle vaccinazioni della Regione Toscana leggiamo

"(…) le ASL devono porre particolare attenzione alla gestione della parte informativa e formativa del consenso libero e informato degli utenti all'offerta vaccinale. A tale fine sono necessari corsi di formazione e linee guida per gli operatori sanitari che a vario titolo sono coinvolti nel percorso “consenso informato alle vaccinazioni”. Questo tipo di approccio appare in linea, sul piano squisitamente etico, con quanto previsto all’art. 5 della convenzione di Oviedo del 4/4/1997 (ratificata con L. 145/2001): "Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso”

La comunicazione in Sanità pubblica rappresenta, in generale, lo strumento fondamentale per una partecipazione responsabile e condivisa al processo di cura da parte del cittadino.  

Il presente documento intende, nello specifico, essere un valido supporto per gli operatori sanitari, finalizzato a migliorare la comunicazione in ambito vaccinale nei confronti dei cittadini-utenti, con lo scopo di favorire la partecipazione attiva e consapevole della popolazione ai programmi vaccinali.

L’informazione è quindi il cuore della partecipazione attiva ai programmi di salute,  anche ai programmi vaccinali. 

Leggiamo ancora

La corretta informazione è quindi presupposto imprescindibile perché l’adesione alla vaccinazione sia ragionata e consapevole. Affinché l’interessato e/o i genitori/tutori (in caso di minori e di incapaci) possano esprimere il loro valido consenso, è quindi necessario che nel corso del colloquio prevaccinale e con l'ausilio di materiale informativo scritto e precedentemente fornito siano loro offerte informazioni chiare e corrette in relazione a:

- benefici attesi dalla vaccinazione

- possibili complicanze della malattia che si intende prevenire con la vaccinazione

- eventuali rischi legati alla vaccinazione

- tipologie di vaccini disponibili e loro caratteristiche

- consapevolezza delle resistenze alle vaccinazioni.

L’adesione ragionata e consapevole ce la ricorda anche l’articolo 20 del codice di deontologia medica citato ancora nelle linee guida, che ci parla di relazione fondata sull’alleanza di cura, di fiducia e mutuo rispetto, di informazione completa e comprensibile

(…) A tale proposito si ricorda l'art 20 del codice di deontologia medica (CDM 2014), approvato il 18.5.2014 : 

“ La relazione tra medico e paziente è costituita sulla libertà di scelta e sull’individuazione e condivisione delle rispettive autonome e responsabilità. Il medico nella relazione persegue l’alleanza di cura fondata sulla reciproca fiducia e sul mutuo rispetto dei valori e dei diritti e su un’informazione comprensibile e completa, considerando il tempo della comunicazione quale tempo di cura”

Tutto questo ragionamento di necessità introduce il governo del dissenso, governo non repressione. Dissenso che comunque sarà informato. Vi ricordate l’ultimo i punti del colloquio prevaccinale riportati sopra? 

Non va poi dimenticato che restano nella nostra società residui di diffidenza contro le vaccinazioni.

Infatti, sin dall’inizio la pratica vaccinale ha trovato forti resistenze in alcuni settori della popolazione, resistenze che si sono trasformate e che continuano in forme diverse a sussistere. Al contrario, è importante far conoscere agli utenti, il grande valore sociale e sanitario delle vaccinazioni che consentono la prevenzione e la protezione da malattie esiziali. 

Finalmente definiamo il consenso informato in questo documento che ricordo è dedicato alla pratica vaccinale.

CONSENSO INFORMATO (CI): l’esercizio del diritto della persona assistita alla “autodeterminazionerispetto alle scelte diagnostico/terapeutiche proposte

La giurisprudenza ha, inparticolare, riconosciuto che la «pratica terapeutica» si trova «all’incrocio fra due diritti fondamentali della persona malata: quello ad essere curato efficacemente, secondo i canoni della scienza e dell’arte medica; e quello ad essere rispettato come persona, e in particolare nella propria integrità fisica e psichica» (Corte cost. n. 282/2002); ed ha, in seguito, precisato che il «consenso informato, quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico», deve considerarsi «principio fondamentale in materia di tutela della salute», trovando validità negli artt.2, 13 e 32 Cost. ed avendo una  «funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello all’autodeterminazione e quello alla salute» (Corte cost. n. 438/2008). L'assistito è l’unica persona che può decidere riguardo alla propria salute come, del resto, ben evidenziato dall’art. 32 della Costituzione e dalla Convenzione di Oviedo.

Il consenso informato è un atto personalissimo delegabile solo nei casi previsti (è il caso dei minori in cui la delega va a genitori o tutori ndr). 

Compresa la definizione di consenso nello stesso documento è stata ben esplicitata anche la definizione di dissenso 

DISSENSO: rifiuto (richiesta di non inizio) o rinuncia (richiesta di sospensione) di atti sanitari da parte del l'assistito /utente, capace di assumere delle decisioni in merito alle cure, dopo essere stato adeguatamente informato sulle terapie e sulle conseguenze del mancato trattamento.

Non erogare un trattamento o sospenderlo sono opzioni eticamente sovrapponibili. In termini giuridici non erogare un trattamento che l'assistito/utente rifiuta o sospenderlo sono opzioni sovrapponibili e qualificabili, anche a diritto vigente, come adempimento di dovere ai fini della non punibilità.

Per esprimere il dissenso informato i genitori o tutori devono compilareil Modulo di dissenso che sarà sottoposto al pediatra

La dichiarazione di rifiuto alla vaccinazione (già disciplinata con DGR 369 del 22/5/2006), deve contenere esplicito richiamo al momento informativo durante il quale saranno fornite, tra l’altro, all’interessato e/o i genitori/tutori (in caso di minori e di incapaci) informazioni puntuali riguardo ai benefici attesi dalla vaccinazione, a eventuali rischi o complicanze legati alla vaccinazione e alle conseguenze della mancata profilassi vaccinale. La dichiarazione di rifiuto dovrà inoltre contenere espressa dichiarazione da parte dell’interessato e/o i genitori/tutori (in caso di minori e di incapaci) di aver compreso le informazioni ricevute riguardo alla vaccinazione proposta e rifiutata. 

Sono fermamente convinta che la ricerca dell’alleanza terapeutica sia l’unica posizione etica perseguibile in sanità. I numeri,oltre che il buon senso, ce lo dimostrano. La Toscana dal 2006 non si è trasformata in un lazzaretto e ha dimostrato un elevata capacità di governare il processo vaccinale. L’obbligo è la rinuncia al governo. 

Ho fiducia che in questo paese si possa elaborare ancora uno strumento di governo a livello nazionale. 

Tutti i documenti, Le linee guida per il consenso informato nelle vaccinazioni, i modelli di consenso (Allegato A) e dissenso ( Allegato B) informato, le tabelle di copertura vaccinale regionale e nazionale, e molto altro li trovate tutti questo link della Regione Toscana (qui).

Ultima modifica il Lunedì, 22 Maggio 2017 09:24
Maria Grazia Campus

Nata a Cagliari, vive a Firenze. Laureata all'Università di Firenze con una tesi sul «Pensiero olistico e la Medicina Tradizionale Cinese». Il campo d'interesse coltivato in ambito professionale è quello sulla salute studiando, sviluppando e approfondendo arti, tecniche, sistemi della promozione della salute, cercando di creare un punto di vista che parta dalla salute piuttosto che dalla malattia sia per il 'corpo individuale' come naturopata, che per il 'corpo sociale' come politica militante in associazioni e collaborando nella segretria del Gruppo Consiliare della Regione Toscana Federazione della Sinistra / Verdi, agli assessorati Protezione Civile, Risorse idriche e Parchi e alla Cultura e Turismo. Da qui nasce anche l'interesse e lo studio sull'utilizzo della voce come strumento di propriocezione e riconoscimento del sé individuale e sociale. Fa politica cantando in diverse formazioni. Attualmente impegnata nello spettacolo 'Mangiare, Bere, Dormire. Storie di badanti e badati' con Leonardo Brizzi e Daniela Morozzi. E' tra le fondatrici delle MusiQuorum, gruppo di donne di sinistra trasversale a partiti movimenti e associazioni con un repertorio dedicato alle donne, al lavoro, alla migrazione, alla laicità, alla pace. E' stata membro della Commissione Regionale di Bioetica della Regione Toscana.

www.mariagraziacampus.it
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