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Insistere sulla criticità delle teorie queer significa anche controbattere alla campagna contro la cosiddetta ideologia gender.

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In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)

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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.

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In nome del decoro: i poveri e il difforme fuori dalle città

Immaginate di potervi rimpicciolire a pochi centimetri e vivere in una realtà miniaturizzata. È l’idea sulla quale si basa il recente film Downsizing, con Matt Damon come protagonista. Città in miniatura perfette e con tutte le comodità, per salvare il pianeta dall’inquinamento, godendosi una improvvisa condizione di ricchezza (i soldi aumentano il loro valore nella realtà ridimensionata).

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Venerdì, 08 Dicembre 2017 00:00

Il nuovo Foucault al Gabinetto Vieusseux

Il nuovo Foucault al Gabinetto Vieusseux

È sempre difficile provare a parlare di un pensatore tanto produttivo e complesso quanto Michel Foucault. Ancor di più tentare di racchiudere il suo pensiero o i suoi “pensieri”, dato che, considerando le numerose fasi della dottrina foucaultiana, i critici parlano di un primo, di un secondo e se vogliamo, persino di un terzo Foucault). Ci hanno provato Manlio Iofrida, professore di storia della filosofia al Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna e Diego Melegari, con il loro “Foucault”, libro edito da Carocci e la cui presentazione è stata organizzata lunedì 27 novembre presso il Gabinetto Vieusseux dal Gruppo Quinto Alto. Oltre agli autori del libro erano presenti Stefano Berni, cultore della materia in Filosofia del Diritto a Siena e che a lungo si è occupato della filosofia francese contemporanea e Stefano Righetti, altro esperto del pensiero foucaultiano e che fa parte del Coordinamento delle “Officine Filosofiche” e del Gruppo Quinto Alto, che hanno introdotto l’opera dei due filosofi e hanno posto alla loro attenzione questioni interessanti e stimolanti sollecitazioni. Nell’introdurre i relatori, Ubaldo Fadini, professore di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze, afferma che il “Foucault” di Iofrida e Meregari non è la solita monografia sul pensiero di un autore né l’ennesima tesi di dottorato di un giovane studioso, ma è qualcosa di più. L’opera dei due autori infatti, si pone il problema della spendibilità e della possibile attualizzazione del pensiero foucaultiano, del significato che questo può avere oggi mettendo però anche in luce le criticità e le problematiche presenti nella ricerca dell’autore francese.

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Genealogia dell'ordoliberalismo - II parte: Il Governo della Società

Qui la parte I, qui la parte III

Se l'ordoliberalismo, da fenomeno accademico di nicchia, può imporsi già nell'immediato dopoguerra come la scuola di riferimento per la programmazione economica tedesca, serviranno molti anni prima che questa nuova dottrina possa imporsi anche a livello simbolico, che possa essere accettata in maniera diffusa dalla società tedesca. Il sessantotto rappresenterà, da questo punto di vista, un momento di svolta. Il fallimento delle agitazioni in Germania, che culmina con il tragico episodio dell'attentato al leader del movimento studentesco Rudi Dutschke, significherà la fine delle speranze di generare un movimento rivoluzionario di massa. Qualche irriducibile passerà così a una temeraria lotta armata il cui destino sembrava già scritto (come nel caso della RAF), mentre la maggior parte si riallineerà con l'SPD che, già da qualche anno, col congresso di Bad Godesberg (1959), aveva accettato l'economia di mercato e ripudiato il marxismo.

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Genealogia dell'ordoliberalismo - I parte: le origini del pensiero ordoliberale

Qui la parte II, qui la parte III.

Cosa è l'ordoliberalismo? Quale è la sua genesi? Quale funzione svolge nell'ambito più ampio del neoliberismo attuale? Porsi queste domande significa riflettere sulle più vaste trasformazioni nella logica del capitalismo contemporaneo, implica andare a scovare quella frattura epistemologica nell'arte liberale di governare che ha sancito l'emergere di nuove modalità di intendere il rapporto fra stato ed economia. Questa analisi in tre parti prenderà le mosse dalla ricostruzione genealogica della governamentalità ordoliberale proposta da Foucault in Nascita della Biopolitica, per poi provare a trarne tutte quelle implicazioni sociali e politiche che possano aiutare a comprendere meglio certi meccanismi insiti nella dominazione capitalistica attuale, in questa "nuova ragione del mondo", per usare un'espressione cara a Dardot e Laval, che definisce i contorni dell'ontologia socio-economica nella quale viviamo.

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