Nella globalizzazione la religione vince sulla politica?

Su Il Dio personale di Ulrich Beck 

Ormai ad agosto dell’anno scorso avevo proposto due letture diverse ma agilmente collegabili tra loro. L’invito di Pietro Ingrao a valorizzare la dimensione della contemplazione e un testo di Byung-Chul Han su come il nostro tempo distrugga ogni dimensione temporale, non attraverso l’accelerazione ma con uno svuotamento di senso.

Pubblicato in Umanistica e sociale

Il viaggio del Papa in un'America del Sud che sta cambiando

Sono molti, nel bene e nel male, i punti di contatto tra la storia moderna e contemporanea dell'America Latina e la storia della Chiesa Cattolica. Sono innumerevoli i modi in cui la situazione storico-sociale contemporanea del cono latinoamericano ha interrogato la Chiesa romana: nella forma di dottrine rivoluzionarie, come la teologia della liberazione; o di personaggi esemplari, come il prelato salvadoregno Oscar Romero, recentemente beatificato da un Papa che proprio nel contesto sudamericano affonda le proprie radici; oppure, al contrario, nella forma oscura della collusione con le caste reazionarie locali e nella complicità nella barbarie delle dittature militari che per decenni hanno insanguinato il continente.

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La mattina del 22 aprile, Beppe Grillo pubblica sul suo blog un post sul “fine vita”. Il Movimento 5 Stelle non può “fare la fine dei Radicali… dove ci sono disgrazie ci sono loro”, sostiene il comico genovese, accusando il movimento liberale italiano di avere “una posizione morale e basta”. Il pomeriggio dello stesso giorno il luogo più interessante in cui essere, per registrare una risposta, è nella Sala delle Eroine del Comune di Pontassieve, in cui si presenta il libro scritto da Marco Pannella negli ultimi giorni della sua vita: Una libertà felice la mia vita (Mondadori, 2016).

Pubblicato in Umanistica e sociale

Prendete le più alte autorità europee e inseritele nel contesto di una visita in Vaticano, condite il tutto di conformismo e ipocrisia e avrete una vaga rappresentazione di quanto è accaduto il 6 maggio durante la cerimonia di consegna del Premio Carlo Magno nientemeno che a Papa Francesco. Il discorso del papa, davanti a una platea tra cui il re spagnolo Felipe e il Presidente della BCE, è una lunga invocazione al rispetto dei diritti umani e al ritorno ai valori del Padri fondatori, ma sembra piuttosto velleitario: la citazione di De Gasperi, il richiamo alla solidarietà che non deve diventare elemosina (da che pulpito!), la capacità di integrazione come punto nodale. Insomma, alla luce dei fatti che hanno attraversato la periferia europea, dentro e fuori all'UE, sembra un richiamo isterico e fuori tempo massimo, insomma quanto mai sterile per via dell'avvitamento austeritario delle politiche pubbliche europee e della legittimazione già avvenuta delle barriere lungo la principale traiettoria dei profughi.

Pubblicato in Società

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