Sabato, 22 Dicembre 2018 00:00

L'addio al cinema di un'icona: Robert Redford

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A 82 anni Robert Radford lascia la recitazione dopo aver scritte pagine memorabili.

"Credo davvero che sarà importante, nei prossimi anni, assicurarci di accettare i rischi insieme alle certezze, e che la libertà dell'espressione artistica venga nutrita e tenuta in vita; perché credo che tenendo in vita la diversità si terrà in vita anche la nostra professione".

A 82 anni continua ancora ad avere un fascino unico con quella faccia un po' da bravo ragazzo e un po' da canaglia. Capelli biondi, occhi azzurri, occhiali da intellettuale, le rughe da cui emerge il solito sorriso da furbacchione. Eppure il buon Robert ha scritto la storia del cinema in ruoli spesso da protagonista. La sua scelta di schierarsi politicamente tra i democratici liberal americani gli ha permesso di giocarsi le sue carte migliori (indimenticabili i ruoli di Come eravamo, Tutti gli uomini del presidente e I tre giorni del Condor). Robert Redford lascia la recitazione con oltre 50 film all'attivo e 10 da regista. Ci mancherà e non poco. Se il grande Clint Eastwood di "Gran Torino", facendo il verso della pistola con le dita, rievocava l'anima più conservatrice e reazionaria dell'America, Redford invece rappresenta ancora una volta l'altra faccia della medaglia a stelle e strisce. Perché questa è un' arma che non spara mai, mentre sul suo volto scatta un sorriso beffardo e spavaldo che conquista. Chi ama il cinema non può dimenticare le lezioni che il buon Robert ci ha insegnato in oltre mezzo secolo.
Un esempio è quello che accadde nel 2004 al Bard College nello Stato di New York, davanti a 2.500 studenti. Una società fascista come la Disney rifiutò di distribuire "Fahrenheit 9/11" di Michael Moore. Redford disse la sua: «La società è ormai infetta da tanti virus: lo strapotere dei media, l’avidità, le ideologie assolutiste e soprattutto la rinuncia. Si crea un tremendo squilibrio quando chi ha il potere riesce a convincerti che non sei un buon americano se solo hai qualche dubbio, se fai qualche critica, se vuoi maggiore informazione». Sempre nello stesso anno, in un editoriale contro l’amministrazione Bush, scrisse: «Liberare il nostro paese dalla schiavitù dei petrolio è il solo patriottismo in cui dovremmo impegnarci tutti». Francamente Redford ha sempre avuto un coraggio fuori dal comune.

La sua carriera nel cinema iniziò nei primi anni '60, ma i primi veri successi arrivarono alla fine del decennio: Butch Cassidy, A piedi nudi nel parco. Poi iniziarono i grandi film degli anni '70, il connubio con Sidney Pollack e George Roy Hill che gli dettero i ruoli migliori della sua carriera: per il primo fece La mia Africa, Corvo rosso non avrai il mio scalpo, il bellissimo Come eravamo (io gli sarò sempre grato per questo film), I tre giorni del Condor, per il secondo soprattutto Il temerario e La stangata (insieme a Paul Newman). Da lì la sua carriera decollò grazie soprattutto ai ruoli de "Il grande Gatsby" e dell'iconico "Tutti gli uomini del presidente" di Alan J.Pakula. Dagli anni '80 iniziò a fare anche il regista con "Gente comune", arrivando a realizzare opere importanti come lo splendido "Quiz Show". Poi sono arrivati Proposta indecente e tanti altri ruoli tra cui l'autoironico cattivo in "Captain America: Civil War" che strizzava l'occhio a "I tre giorni del Condor". Senza dimenticare il Sundance Festival da lui fondato e il Redford produttore che ci ha confezionato capolavori come "I diari della motocicletta". "The Old man & the gun" è un film speciale non solo perché è il suo film d'addio.

Dopo l'ottimo "A ghost story" con Rooney Mara e Casey Affleck (in Italia uscito solamente in home video), David Lowery è tornato dietro la macchina da presa dirigendo nuovamente Redford (dopo "Il drago invisibile") in un film, costantemente in bilico tra la vita e la morte, dove si sente il tempo che passa. Finalmente un film abbastanza originale!
Al centro c'è la vita di un personaggio realmente accaduto: Forrest Tucker. Diventò noto per essere un rapinatore di banche dal cuor gentile che durò fino a quando venne arrestato a 80 anni. La polizia rimase esterrefatta da questo "tranquillo" pensionato che era riuscito a evadere dal carcere e a svaligiare più banche. Solo Robert Redford poteva dare a questo personaggio un animo quasi da film romantico in un contesto da thriller/noir. «È stato un protagonista meraviglioso da interpretare a questo punto della mia vita. Quello che mi ha colpito di lui – e che spero il film trasmetta – è che ha derubato 17 banche ed è stato arrestato 17 volte. Ma è anche evaso 17 volte. Tanto che mi sono chiesto: non è che si facesse catturare apposta per potersi godere la cosa che davvero più lo emozionava nella vita, ovvero la fuga dal carcere?» - ha detto durante una delle tante interviste il grande attore.

L'ironia è la base del racconto. Lowery sceglie volutamente di non trattare Tucker come un comune ladro, ma come un uomo comune dal grande cuore. Per fare una delle sue rapine gli basta una comune borsa da impiegato, cappello di classe, tono suadente e sorriso stampato sulle labbra. E naturalmente una pistola che tiene nascosta nella giacca. Non è un caso che una delle scene più riuscite vede Forrest seduto ad un tavolo alla conquista di Jewel (Sissy Spacek, che ricorda la sua interpretazione ne "La rabbia giovane" di Terrence Malick). Peccato che lo faccia dopo aver fatto una rapina. Con calma, sangue freddo e a ritmo di jazz, Tucker incontra la donna per strada, le dà un passaggio, la porta a pranzo e, con il suo fascino da bravo ragazzo, fa breccia nel suo cuore. E naturalmente non perde il vizio di sussurrare ai cavalli. Mentre la banda dei vecchietti terribili ,"Over the hill gang" (che vanta la presenza di Danny Glover e del cantante Tom Waits), completa la missione. Sissy Spacek e Robert Redford si parlano apertamente come ai tempi delle prime tempeste ormonali. Lui le dice per filo e per segno anche delle sue bravate. La cosa però non accade solo a loro. Quando Tucker si reca nelle banche, tutti gli credono. I dipendenti gli danno i soldi spontaneamente, attratti più dal suo modo garbato che dal terrore della pistola che tiene nella giacca. "Sembrava felice" - dicono le cassiere rapinate. Eh già. La felicità! Una qualità che oggi abbiamo perso nelle nostre frenetiche vite. Peccato però che il detective, fresco 40enne, John Hunt (l'ottimo Casey Affleck) non vede l'ora di mettergli le manette ai polsi. Ed ecco che sembra di essere in "Heat la sfida" di Michael Mann o ne "I duellanti" di Ridley Scott: l'ossessione del poliziotto per Tucker è reale perché lui sa di non avere il fascino di quel ladro gentiluomo.

Una scelta nostalgica, di altri tempi (visibile soprattutto nella scelta della "pastosa" grana della pellicola 16mm) che ricorda un po' il Di Caprio di "Prova a prendermi", ma anche ruoli del passato come la canaglia de "La stangata". Perché la cosa che accomuna sia Tucker sia Redford è stata quella di scegliere ciò che volevano fare: il primo il rapinatore, il secondo l'attore. È risaputo che quando si fanno le cose che si ama fare, il tempo passa maledettamente. In fondo a entrambi interessa vivere, non (solo) guadagnarsi da vivere. Questa similitudine tra l'attore e il ladro gentiluomo rievoca una frase di Paul Newman ne "La stangata": è inutile essere un'artista se devi vivere come un impiegato.
Grazie Robert! Ci mancherai!

Regia ***1/2 Fotografia ***1/2 Interpretazioni **** Sceneggiatura ***1/2 Montaggio ***1/2
Fonti principali: Film Tv, Cinematographe, Coming soon, Cinematografo, My Movies


THE OLD MAN & THE GUN ***1/2
(USA 2018)
Genere: Noir/ Commedia
Regia: David Lowery
Cast: Robert Redford, Sissy Spacek, Casey Affleck, Tom Waits, John David Washington, Danny Glover
Fotografia: Joe Anderson
Sceneggiatura: David Lowery 
Durata: 1h e 33 minuti
Distribuzione italiana: BIM
Uscita: 20 Dicembre 2018
Trailer qui
Presentato al Festival del Cinema di Roma
La frase cult: A me non interessa guadagnarmi da vivere, mi interessa vivere


Immagine di copertina liberamente tratta da www.cinema.nerdplanet.it
Ultima modifica il Venerdì, 21 Dicembre 2018 15:47
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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