Sono le ansie e le insoddisfazioni del poliziotto Antonio (Fabrizio Bentivoglio), trasferito con disonore e malvisto dai nuovi colleghi. Ma sono anche le ansie e le insoddisfazioni di Stefano, meccanico che non vuole “stare sotto padrone” e per questo si imbarca in improbabili affari.
Ineccepibile l'interpretazione dei due protagonisti Gassmann e Cortellesi, che riescono ad offrire al pubblico un racconto credibile e per nulla astratto (tanto nei temi quanto nella loro trasposizione).
Personaggi di contorno il bravo Stefano Fresi (tra i protagonisti di Smetto quando voglio) nei panni di un vigilante bonaccione, Silvia Salvatori nel ruolo dell'amica Rossana e la comica Maria Di Biase, che qui interpreta una tristissima agente di polizia.
L'ultimo lavoro di Bruno, nato - e già rappresentato - per il teatro e traslato con una certa abilità sul grande schermo, è una pellicola forte, che avrebbe potuto aprirsi a diversi finali (forse quello scelto è il meno incisivo) e che ci racconta un'Italia vera.
E' l'Italia delle crisi aziendali, delle tante famiglie normali, felici con poco. L'Italia di chi ogni tanto dice basta, nel modo più sconsiderato possibile, non accettando più di farsi mangiare dal lupo.