Giovedì, 01 Giugno 2017 00:00

Minor qualità e polemiche: i settant'anni del Festival di Cannes

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Minor qualità e polemiche: i settant'anni del Festival di Cannes

Ricordo che già l'anno scorso la qualità era complessivamente calata (leggi qui). Tuttavia nel 2016 a Cannes vennero presentati film di tutto rispetto. Alcuni nomi? Paterson di Jarmusch, Io Daniel Blake di Ken Loach, E' solo la fine del mondo di Dolan, Elle di Verhoeven, The neon demon di Winding Refn sono alcuni autorevoli esempi.

Quest'anno era l'edizione n°70 del Festival ed era lecito aspettarsi di più. Già ad aprile non circolavano grossi rumour. Quando poi vennero ufficializzati i nomi in corcorso, francamente l'entusiasmo non era altissimo.

Ecco i titoli:

IN CONCORSO

Loveless, Andrei Zvyagintsev
Good Time, Benny and Josh Safdie
You Were Never Really Here, Lynne Ramsay
L’Amant Double, Francois Ozon
A Gentle Creature, Sergei Loznitsa
The Killing of a Sacred Deer, Yorgos Lanthimos
Hikari (Radiance), Naomi Kawase
The Day After, Hong Sangsoo
Le Redoutable, Michel Hazanavicius
Wonderstruck, Todd Haynes
Happy End, Michael Haneke
The Beguiled, Sofia Coppola
120 Battements par Minute, Robin Campillo
Okja, Bong Joon-Ho
Aus dem Nichts (In the Fade), Fatih Akin
Les Fantomes D’Ismael, Arnaud Desplechin
The Meyerowitz Stories, Noah Baumbach

I film della sezione Un certain regard

Barbara (Mathieu Amalric)
After the War (Annarita Zambrano).
April’s Daughter (Michel Franco).
Beauty and the Dogs (Kaouther Ben Hania).
Before We Vanish (Kiyoshi Kurosawa).
Closeness (Kantemir Balagov).
The Desert Bride (Cecilia Atan & Valeria Pivato).
Directions (Stephan Komandarev).
Dregs (Mohammad Rasoulof).
Jeune femme (Léonor Serraille).
L’Atelier (Laurent Cantet).
Fortunata (Sergio Castellitto).
The Nature of Time (Karim Moussaoui).
Out (Gyorgy Kristof).
Western (Valeska Grisebach).
Wind River (Taylor Sheridan).

I critici e gli stessi organizzatori hanno constatato che quest'ultima edizione è stata molto fiacca, in linea con quello che purtroppo è il mondo odierno. Si dice che il cinema è il riflesso della società (cosa assai vera) e quindi non possiamo aspettarci molto vista la situazione. Anche quegli autori che normalmente non sbagliano un colpo (vedi Haneke o Polanski) si sono presentati al festival con opere considerate minori.

Mettiamola così: c'era più qualità nella giuria che nei film in concorso. Il presidente era Pedro Almodovar. Accanto a lui gli attori Will Smith, Jessica Chastain, la regista tedesca Maren Ade, la regista e attrice francese Agnès Jaoui, l'interprete cinese Fan Bingbing, il regista coreano Park Chan-Wook e il compositore Gabriel Yared. E poi il nostro Paolo Sorrentino. La critica ha definito quest'edizione pessima, la peggiore da anni. Allora gli organizzatori hanno deciso di puntare tutto sulla caciara. Ed ecco fuori la polemica sulla fruizione del cinema: meglio la distribuzione in sala o attraverso Netflix? O entrambe?

Apriti cielo! Almodovar (favorevole alla prima tesi) che litiga con Will Smith, critici che se le danno di santa ragione. Insomma un casino. Lo sapete io sono un convinto fruitore della sala cinematografica, a patto che il servizio venga migliorato (non parlo di esperienza visiva). Non a caso faccio cineforum da 10 anni. Però il circuito Netflix (e affini) è fondamentale per far vedere al pubblico opere che dalla sala non transitano. Dalla prossima edizione Cannes non metterà in concorso film che usciranno su Netflix senza passare dalla sala.

Quest'anno ci sono stati " The Meyerowitz Stories" di Noah Baumbach e "Okja" di Bong Joon-ho (quello di Snowpiercer) che avevano questa peculiarità. Quest'ultimo è stato oggetto di critiche e di problemi durante la proiezione. Si è parlato addirittura di boicottaggio. Almodovar infatti poco dopo avrebbe dichiarato di non premiare film distribuiti su Netflix. E così è andata in effetti.

Il cinema francese quest'anno aveva in serbo poche sorprese. Tra queste meritano attenzione il nuovo film di Ozon "L'amant double" (con Marin Vacht di "Giovane e bella") e "Le redoutable" del premio Oscar Michel Hazanavicius che ci parla di Godard. Senza dimenticare due film fuori concorso: l'opera di apertura del festival "Les Fantômes d’Ismaël" di Arnaud Desplechin (con Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, e Mathieu Amalric)e " D’après une histoire vraie " di Roman Polanski con la coppia femminile Emmanuelle Seigner e Eva Green.

In un anno dove la qualità latita, il cinema italiano ha ricevuto un importante riconoscimento. Non aveva film in Concorso, ma nella sezione "Un certain reguard" ha ottenuto un importante premio: miglior attrice a Jasmine Trinca per (il non eccelso) "Fortunata" di Sergio Castellitto.

Poi ci sono i maestri che, secondo i critici, faticano a ripetersi. In questa categoria ci sono Michael Haneke con "Happy End" (nel cast Isabelle Huppert di "Elle"), Todd Haynes ("Carol") con "Wonderstruck" con Julianne Moore, Sofia Coppola con "L'inganno" che ha vinto il premio come miglior regista (anche se temo un remake del "giardino delle vergini suicide"), Francois Ozon con il già citato "L'amant double" di chiara impronta hitchcockiana e depalmiana, il premio Oscar Michel Hazanavicius (The Artist) con "Le redoutable".

A dominare tra i vincitori ci sono film d'autore come il russo Zvyagintsev ("Leviathan") con "Loveless", "You were never really here" di Ramsay (2 premi, tra cui quello a Joacquin Phoenix) e soprattutto il greco Yorgos Lanthimos ("The lobster").

Nicole Kidman, presente in Corcorso con ben 4 film, non è stata premiata come miglior attrice (ha vinto Diane Kruger), ma si è fatta addirittura fare un premio su misura. Niente male per una donna che non riesce neppure a mostrare qualsiasi emozione sul proprio volto a causa dei troppi lifting.

In attesa di edizioni migliori, ecco il riepilogo dei premi della 70a edizione:

Palma d’oro al miglior film The Square di Ruben Ostlund

Premio del 70° anniversario a Nicole Kidman

Grand Prix della Giuria 120 battements par minutedi Robin Campillo

Miglior attore Joaquin Phoenix per You Were Never Really Here

Migliore attrice Diane Kruger per In the Fade

Migliore regia Sofia Coppola per The Beguiled

Migliore sceneggiatura ex aequo The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos e You Were Nevere Really Here di Lynne Ramsay

Premio della giuria Loveless di Andrey Zvyagintsev

Palma d’oro al miglior cortometraggio A Gentle Night di Qiu Yang

Menzione speciale al cortometraggio Katto di Teppo Airaksinen

 

SCELTE PERSONALI:

 

Francamente non mi sembra un'annata ricca. Tuttavia ci sono alcuni titoli da tenere d'occhio.

Ne cito 6:

- The killing of a sacred deer di Yorgos Lanthimos

  Ho adorato "The lobster" e il regista greco solitamente fa dei bei film. E' lecito attendersi qualcosa.               

  Il premio per miglior sceneggiatura conferisce prestigio all'opera. Tuttavia per Farrell e la Kidman  

  non mi strappo i capelli (anche se potrei permettermelo).

- Happy End di Michael Haneke

Haneke è un maestro, il cast merita attenzione. Un film che promette di allargare gli orizzonti del cinema come ultimamente ha fatto, ad esempio, Malick.

- You were never really di Lynne Ramsay
Il tema dell'infanzia rubata sembra importante e poi c'è Joacquin Phoenix. In tema di gossip, a Cannes ha ufficializzato una cosa che sospettavo da tempo: la relazione con Rooney Mara. Galeotto fu il set dell'indimenticabile "Her" di Spike Jonze.

- Okja di Bong Joon-ho

Dopo Snowpiercer, mi aspetto molto da questo film anche per via della tematica trattata. Non mi importa molto del discorso Netflix.

- Les Fantômes d’Ismaël di Arnaud Desplechin

Il cast promette bene. Il tema trattato è una cosa che sento particolarmente. «Il presente è merda». Il protagonista Mathieu Almaric risponde così a chi gli dice che bisogna viverci. Sicuramente mi darà stimoli importanti dopo la lezione di "Midnight in Paris".

- L'amant double di Francois Ozon

Ho adorato le ultime prove del maestro francese, in particolare "Nella casa" e "Giovane e bella". In quest'ultimo c'era Marine Vacht, protagonista anche qui. È un'opera che si ispira a De Palma e Hitchcock. Gli ingredienti sembrano esserci.

- D’après une histoire vraie di Roman Polanski

Il ritorno del maestro non può passare inosservato. Il tema, ormai non più sorprendente, della relazione lesbica  tra la Seigner (moglie di Polanski nella vita reale) e la Green potrebbe far pubblicità al film. Gli ultimi film del regista polacco sono stati molto belli.

Per quanto riguarda la pellicola "L'inganno" di Sofia Coppola spero vivamente che non sia (come dicono) una sorta di remake del "Giardino delle vergini suicide" perchè non lo reggerei visto che nel cast ci sono Colin Farrell e Nicole Kidman che ultimamente hanno azzeccato pochi film.

Molti dubbi anche sul vincitore della Palma D'Oro, lo svedese "The Square" di Oslund (regista del buon film "Forza Maggiore"), e su "Le redoutable" di Michel Hazanavicius.

Staremo a vedere nella prossima stagione.In ogni caso al direttore Thierry Fremaux pongo una domanda: scusi, è questa la strada giusta per Cannes?

Ultima modifica il Mercoledì, 31 Maggio 2017 20:50
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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