Il cinema, a volte, riesce a diventare un mezzo espressivo che trascende la sua natura di prodotto industriale. Cosa vorrei dire con codesta frase degna di un cinefilo de internet? Che esso non è solo un mezzo per far arricchire un certo tipo di industria con prodotti che debbano solo intrattenere in modo più o meno intelligente platee di spettatori amorfi. Nossignore! Esso può anche spingere gli spettatori a riflettere sulle condizioni umane di popoli e persone distanti da noi.
Le razze umane non esistono
Tra il luglio e l’agosto 1938 appariva, in varie edizioni tra cui il primo numero della rivista La difesa della Razza curata tra gli altri da Giorgio Almirante, il Manifesto degli scienziati razzisti, anche detto Manifesto della razza, sottoscritto da dieci scienziati. Sulla scorta di questa base teorica, entro il novembre successivo sarebbero stati promulgati i regi decreti legge comunemente noti come leggi razziali. Ad ottant’anni da una delle pagine più buie della storia del Paese, miti di “razza” sono ancora accampati nell’immaginario italiano, tra dichiarato razzismo, subdola xenofobia e, immancabilmente, narrazioni pseudoscientifiche.
Trump: il primo miliardario a occupare un alloggio pubblico lasciato da una famiglia nera
Nel 1928 il Partito democratico statunitense candidò alla Casa Bianca Al Smith, governatore del New York. Smith era il primo cattolico a correre per la Presidenza e la sua nomination fu accolta con profondo sospetto dagli elettori rurali, che lo consideravano un pericoloso papista. L’animosità fu ancora più forte nel Sud, dominato dai democratici locali che avevano raccolto l’eredità della Confederazione e dal Ku-Klux-Klan, che oltre ai neri perseguitava anche cattolici, comunisti ed ebrei. Per evitare una fuga di voti, il governatore democratico del Mississippi, membro del Klan, mise allora in giro la voce che il candidato repubblicano, Herbert Hoover, aveva ballato con una donna nera. Smith, rispetto ai precedenti candidati del suo partito, perse gli stati dell’Alto Sud, con minore popolazione nera (che comunque non poteva votare); mantenne invece quelli del Profondo Sud, in cui i bianchi erano spaventati dall’integrazione razziale ancor più che dal cattolicesimo.
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